L’Oceano! Una forza incredibile, una fucina di emozioni per i meteo-appassionati e per gli scienziati. Da queste enormi distese d’acqua si tenta di controllare l’andamento climatico globale poiché dalle variazioni delle SST (sea surface temperature) si innescano molti dei meccanismi che hanno dato vita allo studio delle tele-connessioni.
Ma i mari e l’Oceano specialmente, per trattare un campo più tangibile degli index, sono il terreno fertile per lo sviluppo di alte e basse pressioni o per l’innesco di fenomeni termo-convettivi.
Da qualche giorno, dopo un lungo peregrinare, l’Atlantico è tornato a visitare la nostra Penisola ed il comparto Mediterraneo, inviando perturbazioni in seno a cavi d’onda più o meno pronunciati.
La prima azione di stampo oceanico è avvenuta nei giorni scorsi, tramite una triplice mossa che ha innescato due episodi di maltempo indirettamente riconducibili ad una fluttuazioni da nord-ovest mentre, per mezzo della terza azione baroclina, si è avuto un peggioramento esplicitamente atlantico.
L’intrusione dell’ultima area depressionaria ha avviato correnti caldo-umide in risalita, seguite successivamente dalla presente area anticiclonica ben strutturata a sud-sud/ovest della Penisola, prevedibile in un contesto europeo segnato da una bozza di flusso semi-zonale.
Questa disposizione degli elementi, come descritto nell’ultimo editoriale e nell’out-look di Gennaio, è il risultato ultimo di un ermetico assetto tele-connettivo che vede, in questo momento, premiare il lobo canadese del Vortice Polare, con una inibizione degli scambi meridiani di masse d’aria.
E’ stato già descritto come questa fase di NINA/PDO-/QBO- sia largamente responsabile della diminuzione dell’attività termo-convettiva in area pacifica, deponendo a favore del comparto indiano con annesso risvolto per la MJO; ma abbiamo anche spiegato come il rallentamento della corrente a getto sub-tropicale possa indurre future oscillazioni in area europea.
Intanto non possiamo che godere di questo rinnovato impulso del settore atlantico. Grazie ad esso sono arrivate e stanno per giungere piogge diffuse sull’Italia, con neve anche abbondante sull’arco alpino. Il prossimo fronte è l’espressione di una dinamica ciclonica andata nel dimenticatoio; l’azione del getto da NW innesca correnti di matrice orientale al settentrione con cuneo di aria fredda nel catino padano mentre aria più calda ed umida viene richiamata da sud.
Si assisterà ad un peggioramento con fronte caldo-umido al centro-sud, in particolare versante tirrenico, mentre aria più fredda con ingresso di tipo “carcassonico” straborderà al nord Italia.
Successivamente il mix tra aria calda e sopraggiunta aria fredda creerà i presupposti per un fronte(o più) occluso e la neve scenderà di quota anche sull’appennino.
Questa perturbazione sarà accompagnata da un cavo d’onda non eccessivamente pronunciato.
Avrà dunque nel Dna le caratteristiche di un fronte veloce con la conclusione fisiologica di andare in cut-off, perdendo l’alimentazione in quota tagliata dal flusso anticiclonico che tenderà un ricongiungimento tra il promontorio sud-occidentale e quello orientale.
In seguito potrebbe pervenire una nuova ondulazione ed un altro fronte, facendo fede al dinamismo di tipo atlantico.