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Di nuovo il respiro groenlandese

di Gianluca Musto
21 Mar 2008 - 12:48
in Senza categoria
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di-nuovo-il-respiro-groenlandese
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Dalla mappa del modello LAM WRF-MTG (www.meteogiornale.it/mappe/mtglam.php) si nota la marcata discesa pressoria sul Nord Italia. Nella seconda immagine l'ultimo scatto del meteosat copyright EUMETSAT 2008.
di nuovo il respiro groenlandese 11615 1 2 - Di nuovo il respiro groenlandese
Nella scorsa irruzione abbiamo affrontato gli effetti di una intensa azione di jet-streak, manifestatasi anche precedentemente l’ingresso ciclonico. Si è avuta, difatti, una fase anticiclonica particolare, con un richiamo di aria caldo-umida da sud-ovest innescato dalla disposizione del getto, molto intenso e di direttrice NW-SE, con Maccaja sul Mar Ligure e nebbia d’avvezione calda sul Tirreno e zone interne. Successivamente è entrato fragoroso il fronte, con doppia azione eolica del Mistral e della Bora e conseguente occlusione con forte calo dei geo-potenziali, sino alla famosa ritornante durante la fase risolutiva del maltempo.

In questo episodio di maltempo la struttura sinottica è differente.
Il jet-streak rientra nelle varie sequenze dinamiche ma non ha la stessa importanza e vigoria della volta scorsa mentre assume grande rilevanza il blocco anticiclonico ad ovest, con l’Azzorre che sembra colmare la falla barica iberica ed irrobustire il campo pressorio.
Nell’attuale circostanza la corrente del getto viene deviata quel tanto da garantire l’attuale meridianizzazione dell’aria artica che però, rispetto alla scorsa volta, giunge gradualmente sulla nostra Penisola.
Difatti, non essendoci l’irruenza delle correnti in quota, l’aria entra nella Penisola lentamente, senza innescare forti processi burrascosi e con minor calo di geo-potenziale; al contempo però, essendo una vera colata artico-marittima, con ingresso rodanale, si assisterà a minimi pressori più intensi e profondi che, a loro volta, innescheranno venti intensi e fenomeni instabili, in qualche caso a discapito di una copertura compatta ed una miglior distribuzione delle precipitazioni, che deve anche far riflettere sulle previsioni di neve.

Nella giornata odierna assistiamo alla didattica pura di una azione di tipo Rodano.
L’aria fredda ha invaso l’Europa centrale, in particolare la Francia, mentre un ramo più caldo è presente tra mar Corso/Ligure in direzione delle Alpi, come sempre richiamato quando si apre la porta di Carcassone.
Accade che, quando l’aria calda inizia a risalire e l’aria fredda sta per confluire, si innescano i processi che portano alla bassa pressione sul Ligure che, probabilemente, si tramuterà nella classica azione da Genoa Low con ciclogenesi, come abbiamo spiegato la scorsa volta, attivata da correnti convergenti e divergenti, aiutata dall’azione termica del mare che fornirà energia.

Con la bassa pressione, intensa, centrata sul Ligure, si avranno piogge sui settori tirrenici, in particolare Toscana e Lazio, nevicate sui monti e nell’interno dell’Appennino (quota media 800-1000m) e si assisterà al vento di caduta sui versanti adriatici, con l’attivazione del garbino mentre sulle Alpi ci sarà un’intensa fenomenologia da stau.
La bassa pressione avvierà forti correnti di Maestrale, evidenti sulla Corsica e sulla Sardegna e, proprio dall’isola francese, proverranno venti di “rimbalzo” che alimenteranno le condizioni instabili sul mare.

L’ingresso rodanale è molto bello dal punto di vista didattico e dimostra come l’aria atlantica incontri, ogni volta, l’arduo ostacolo orografico della barriera alpina, fondamentale per la genesi di questa sinottica.
Da uno studio, di Barry e Chorley, 1998, è dimostrato che soltanto il 9% del totale delle irruzioni atlantiche interessa direttamente il Mediterraneo mentre oltre il 70% sono azioni indirette che si creano per azioni sottovento innescate dall’accoppiata mare-orografia.

La situazione odierna rientra pienamente nella statistica: l’aria fredda si “appoggia” sul versante estero alpino ed il Nord Italia subisce un abbassamento pressorio con un rinforzo del gradiente barico che, in modo palese, si manifesta con una rotazione ciclonica dei venti di Maestrale (NW) e aria più calda da sud (SE e SW) che si incanala verso nord; si crea la depressione ligure e l’aria fredda, che non riesce ad oltrepassare le Alpi, devia verso sud-ovest e si inalvea nella valle del Rodano, risucchiata avidamente dalla già presente LP ligure.

Il “gioco eolico” è spettacolare già in queste ore, come possiamo notare dalle nubi cumuliformi presenti sulla Corsica ed a ridosso delle coste liguri/toscane; questa fenomenologia, nel particolare, rappresenta la dinamica dei “venti di rimbalzo” citata prima; l’aria calda tramite correnti sciroccali è presente al suolo ed ora, grazie all’incipit del Maestrale verso la Corsica, viene “rimbalzata” una azione di libeccio verso le alte coste tirreniche.
I due tipi di aria si mescolano al suolo ed originano l’azione di cumulogenesi.

Nelle ore successive assisteremo, gradualmente, allo svalicamento alpino quando lo spessore dell’aria fredda supererà una quota media di 3000m, con il sopraggiungere della saccatura in quota e correnti più fredde da oriente.

I settori che maggiormente verranno premiati sono i tirrenici e zone interne ma anche parte dei settori adriatici. Le precipitazioni assumeranno carattere temporalesco, cosa già accaduta nelle scorse ore, e saremo in balia del maltempo almeno si a Lunedì, con una recrudescenza delle termiche tra Pasqua e Pasquetta, accompagnate da una probabile linea instabile, molto attiva.
La quota neve per i due giorni pasquali è attesa in repentino calo, con possibilità che sui settori centrali la neve scenda sino a quote di bassa collina (300-500m e forse qualche fiocco più in basso) ma, a mio avviso, è ancora presto per determinare una previsione del genere e ritengo più opportuno mantenere una quota media sui 500-700m visto che molto dipenderà dall’intensità delle precipitazioni associate ad una giusta tempistica.

Inoltre è bene tener presente che:
1) non si riscontrano crolli termici importanti;
2) i modelli non inquadrano perfettamente l’orografia e la condizione termica del suolo/mare; ho notato che c’è un discreto raffreddamento tra Domenica e Lunedì nell’arco di 6-12 ore, forse troppo repentino considerata l’azione mitigante (e quindi frenante) del mare.

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