L’Italia sotto la morsa del caldo prematuramente?
In questi giorni stiamo vivendo un anticipo d’estate con temperature mediamente di 5°C sopra la media stagionale e picchi massimi compresi tra 24/27°C, senza descrivere gli effetti della campana anticiclonica che si possono avvertire all’esposizione del sole.
Tralasciando quel che può essere il sopportabile esito sulla condizione psico-fisica (alterata da queste anomale condizioni), preme molto più il riscontro negativo in termini idrografici che subirà la nostra Penisola.
Un Aprile con scarse precipitazioni (anche nevose in montagna) ed un irraggiamento oltre media, comprometterà ancor di più le falde acquifere sparse nel territorio; l’estate è ormai vicina ed il problema, per ora non avvertito e forse trascurato, si presenterà tra non molto.
La stabile figura sub-tropicale si è impadronita della Penisola e sta tentando, con buona riuscita, un allaccio con l’ex figura alto-pressorio del nord-Europa, inglobata dal flusso africano che sospinge termiche elevate sin verso il cuore dell’Europa.
La transazione dalla fase di Nino alla fase di Nina sta avvenendo gradualmente; attualmente siamo in una fase di Enso neutral con discreti effetti anche sul panorama europeo e, tra questi, anche la fase attuale ovviamente correlata con altri fattori responsabili del causa-effetto.
La diminuzione delle SST ed il graduale passaggio in fase neutral ha positivamente condizionato l’inizio della primavera, quando le ondulazione rossbyane erano ancora profonde, quando il pattern polare dalla fase di wave 1 stava passando in wave 3 e, nel tempo in cui l’ondulazione del jet-stream polare, mutato durante la nuova fase di enso, diveniva più pronunciato e solerte in America. Ciò favoriva il blocco aleutinico, un PNA+, una conseguente discesa fredda lungo la dorsale delle montagne rocciose, incanalata coerentemente verso est, favorendo un raffreddamento delle SST nord-atlantiche ed una possibile instaurazione, poi avvenuta, di un blocco alto-pressorio tra atlantico e area scandinavo-russa (SP).
Ora le condizioni globali sono cambiate, poiché v’è stato il forte rallentamento delle onde di Rossby e il mantenimento di una cellula alto-pressoria in nord-europa, in contemporanea con l’evoluzione della MJO e l’innalzamento della fascia d’interesse dell’ITCZ. Il quadro descritto è appesantito negativamente da una condizione polare di tipo zonale in stratosfera, con una vivacità ancora marcata tra l’Europa e la Siberia; questa situazione si ripercuote sulla circolazione europea inibendo le possibilità di azioni pulsanti cicloniche e lasciando ben poche possibilità ad un affondo nel breve termine.
Per ora non si scorgono possibilità di grossi cambiamenti atmosferici ad esclusione di infiltrazioni da NW e masse d’aria umide in risalita da SW causa l’isolamento di gocce fredde; l’ultima decade del mese appare propensa per un regime totalmente diverso ed apporti pluviometrici maggiori e meglio distribuiti.