Ci siamo. L’autunno bussa prepotentemente alle porte del Mediterraneo e con esso compaiono figure già viste anni passati, non ultimo nel caro vecchio 2004. Ma a cosa facciamo riferimento? Alle varie figure di alta pressione che regolano più o meno direttamente l’evoluzione meteorologica su scala continentale.
Semmai si dovesse ripetere la storia (che sappiamo essere accadimento piuttosto raro) ecco che probabilmente saremo costretti a dover affrontare un semestre freddo alquanto altalenante. Almeno dal punto di vista delle precipitazioni. Sì, perché il campo termico potrebbe assumere connotati via via più freddi, orientati verso un trimestre invernale vecchio stampo.
Certo, con i se e con i ma non si può far meteorologia in modo professionale. Ma se è vero che l’esperienza e l’osservazione servono a qualcosa, quel che sta accadendo nelle alte sfere dell’atmosfera ha un sapore già sentito. Appurata la profonda crisi della circolazione puramente oceanica, le alte pressioni divengono quanto mai importanti nel determinare il bello ed il cattivo tempo.
Quel che sembra certo è che l’alta delle Azzorre non mostra nessun particolare interesse in direzione del Mediterraneo, tentando sporadicamente qualche sortita verso Est (diretta più che altro alla parte centro orientale del continente europeo) ma mantenendo un motore d’azione principale in pieno Oceano.
La novità di questi ultimi giorni (ma preventivabile vista l’insistente presenza di un’alta di blocco sui Paesi dell’est) è data dalla formazione in sede Russo-Scandinava, di una vasta struttura anticiclonica che potrebbe fungere da attrattore vero il collega Azzorriano. Senza scordarsi poi del rafforzamento dell’altra figura stabilizzante a carattere freddo sulla Groenlandia. Tutti elementi che propenderebbero a favore di nuovi scambi termici meridiani, il cui sbocco sarebbe rappresentato dal Mediterraneo dove regnerebbe una vasta palude barica.
Che attendersi quindi? Bene, considerato l’unico punto di sfogo per le correnti fredde provenienti dal Nord Europa, ecco che nuove gocce fredde potrebbero insinuarsi verso l’Italia, determinando in tal modo un progressivo decadimento termico ma con intervalli più o meno ampi di tempo moderatamente stabile. E se la dinamica futura dovesse rimare tale, ecco che non sarebbe difficile ipotizzare un remake della stagione invernale 2004. Le premesse paiono esserci. Starà agli attori protagonisti rispettarne le consegne.