Negli scorsi editoriali abbiamo rimarcato una tendenza stratosferica ancora vivace e vibrante, come del resto è stato per tutto l’inverno 2006-2007. Come specificato a più riprese, l’Europa non è stata in grado di sfruttare un serbatoio così ricco a causa di una complessa ed avversa evoluzione degli indici teleconnettivi.
La pulsante attività del vortice polare, rimasta pressoché invariata con l’avvento della primavera, non ha di certo promosso le azioni meridiane che tanto avrebbero giovato al deficit pluviometrico peninsulare; una sostenuta azione stratosferica si riflette, coadiuvata con particolari posizionamenti del core del Vortice Polare, in un flusso di tipo zonale o semi-zonale troposferico, con fisiologico blocco della circolazione atmosferica.
Tra l’altro, la nostra circolazione, su scala europea, sta subendo significativi cambiamenti negli ultimi anni, i quali hanno contribuito ad una progressiva inibizione delle correnti atlantiche, vero serbatoio del Mediterraneo, a favore di continue azioni isolate (gocce fredde) che, successivamente, possono richiamare azioni retrograde. Il motivo principe di questo scenario meteo-climatico è l’assenza dell’anticiclone azzorriano in favore di ripetuti promontori sub-tropicali, specie nel semestre freddo.
I prossimi giorni potranno essere freschi e piovosi, con rientro nelle medie climatiche, grazie al rallentamento dell’attività stratosferica che, di conseguenza, indurrà ad una azione meridiana efficace e duratura; purtroppo, come già detto, non si tratterà di un marcato peggioramento di stampo atlantico, bensì una azione combinata da una goccia fredda da Nord Ovest che richiamerà una saccatura prominente da Nord Est, secondo lo schema sopraccitato.
A prescindere dall’evoluzione sinottica, ci auguriamo che l’apporto pluviometrico sia abbondante e soprattutto ben distribuito sull’intera penisola; osservando la situazione termica del suolo e le SST del mare, vogliamo segnalare la possibilità di fenomeni convettivi molto intensi e, concludendo, il possibile ritorno della neve sulla catena alpina ed in qualche ristretta area appenninica (se le termiche lo permetteranno).