Ci siamo. Solo chi ha la passione meteorologica nel cuore sa di che si parla. Quell’emozione nell’osservare il colore azzurro di una carta impadronirsi del lungo e variegato stivale italico. Una morfologia contorta, spesso capace di regalare o togliere quei bianchi desideri covati per tutta un’estate.
Ma quando l’attesa pareva fin troppo lunga, ecco che la natura decide repentinamente di catapultare l’intera Europa nei rigori di un generale inverno ancora in fasce. Un reggimento in rapida discesa dai territori freddi artici, pronto ad invadere la nostra assolata Penisola. Cresce così l’ansia, e ogni ora è buona per osservare attentamente questo o quel modello.
E così, come in un gioco fanciullesco, se un’evoluzione non rispecchia i nostri più intimi desideri, la si accantona, e si dà maggiore credito alla linea di tendenza di quel modello che fino a ieri veniva deriso per le sue strane vedute. Ma in fondo il bello della meteorologia è anche questo. La soggettività che entra a far parte di un mondo scientifico ricco di freddi calcoli matematici.
Soggettività appunto, quella capace di condizionare positivamente o meno l’umore del semplice osservatore o lettore di carte. Ebbene, si dovrebbe anche puntare lo sguardo al calendario, laddove ci si renderebbe conto che tutto sommato siamo ancora a metà novembre. Ma allorquando si affacciano rigidi scenari, ecco che non ci si ferma più. Se qualche giorno fa ci saremmo accontentati di qualche giornata piovosa, oggi si desidera una Penisola imbiancata di neve. Dalla montagna alla pianura.
Sogni, desideri, che magari troveranno ben presto la loro ragione d’essere. Ma semmai non dovesse accadere ora, non disperiamoci, la strada che conduce alla piena maturità invernale è ancora lunga, anche se è inutile negare che le premesse per un inizio di stagione col botto paiono esserci davvero tutte.
Scenari riscontrabili decenni fa, quando il trimestre freddo mostrava i muscoli già dal mese di novembre. Quando non erano eccezioni le nevicate a quote collinari e persino in pianura. A contorno di una stagione che avrebbe vissuto ciò che i nostri antenati consideravano normale ma che col tempo è andato perduto. Un inverno normale, con i suoi episodi nevosi anche frequenti, ma senza mai scordarsi che dopo tutto ci si trova ai piedi di uno splendido mare. Il Mediterraneo.
Inverno insomma, ma senza spasmi emozionali. Siamo ancora ai nastri di partenza e di certo non mancheranno le occasioni affinché il fine palato dei freddofili convinti possa deliziarsi delle bianche venute.