Il vortice ciclonico mediterraneo domina in assoluto lo scenario continentale e proseguirà nella sua azione anche nei prossimi giorni, quando ne osserveremo il progressivo parziale spostamento verso nord ad interessare nuovamente più da vicino l’Europa Centro-Occidentale. L’aspetto saliente di oggi è dato dal lieve spostamento del nocciolo ciclonico a carattere freddo dal Golfo del Leone verso le Alpi Occidentali ed il Mar Ligure. La nuvolosità visibile sulle Isole Britanniche non è da ricondurre all’azione del flusso oceanico, sempre assente per un muro anticiclonico proteso in Aperto Atlantico, al largo del Regno Unito.
Quest’avvicinamento del nucleo depressionario verso levante ha dato la giusta spinta per la formazione d’intensi temporali che, con direttrice da sud-est verso nord-ovest, si sono sviluppati dall’Alta Toscana verso l’Alto Piemonte, in un’area di massima convergenza delle correnti al suolo. Un’altra linea di temporali si è generata sull’Appennino Marchigiano verso la costa anconetana, mentre altri rovesci a sfondo temporalesco si erano formati all’estremo Sud, specie al mattino. L’area temporalesca padana, attualmente molto attiva in Lombardia, si va estendendo e rinvigorendo verso parte della pianura veneta. Ora le precipitazioni più intense colpiranno infatti il Triveneto, mentre l’immagine radar mostra le regioni di Nord-Ovest nella fase in cui le precipitazioni temporalesche stavano colpendo con una certa intensità il Piemonte e l’Ovest della Lombardia, tanto che si sono accumulati fino a 70-80 millimetri in alcune delle zone più colpite.
Copiose nevicate stanno ancora cadendo sull’Arco Alpino centro-occidentale ed in particolare sulla Valle d’Aosta, colpita da quelle stesse nubi temporalesche passata dapprima in Val Padana. L’intensità dei fenomeni, unita ad un certo calo delle temperature, ha spinto la neve fino a quote attorno ai 1500 metri: paesaggi decisamente innevati, sembra davvero tornato il pieno inverno sulle montagne valdostane. Quest’imponente massa di neve fresca aumenta drasticamente il rischio di valanghe, specie sui comprensori piemontesi.