BASSA PRESSIONE IN ATTENUAZIONE – Un vortice perturbato ha stretto ancora nella morsa gran parte dell’Italia, apportando condizioni di vivace instabilità e clima frizzante per il periodo, soprattutto sulle regioni adriatiche e sul Sud. Si tratta degli ultimi effetti legati al drastico cambiamento avvenuto nel corso del week-end, con il travaso dell’aria artica anche sul resto del Continente, con nevicate giunte fino in pianura sulle principali città della Mitteleuropa. L’immagine meteosat mette in evidenza la neve al suolo tra Germania, Repubblica Ceca e Polonia. Il nucleo perturbato ora sul Mediterraneo si era staccato dalla saccatura che ancora permane sul Nord Europa, tra Regno Unito ed Isole Britanniche: il grosso dell’aria gelida resta al momento ad alte latitudini.
NORD ITALIA, SPLENDE IL SOLE – Si potrebbe dire la calma dopo la tempesta: il Settentrione è infatti reduce da una domenica invernale, con notevole instabilità che si è sommata all’aria artica entrata con prepotenza dal Centro Europa. Le precipitazioni non sono certo mancate e con esse la neve fino a bassa quota (specie durante i maggiori rovesci), caduta abbondante in diverse aree alpine e del Nord Appennino. Lo spostamento più a sud del vortice ciclonico ha portato un provvidenziale miglioramento sul Nord Italia, con ampie schiarite che si sono estese a quasi tutte le regioni. Solamente in Emilia Romagna si sono avute ulteriori precipitazioni, anche intense nella Romagna con punte di quasi 60 mm tra ravennate e riminese.
NEVE SUGLI APPENNINI – La discesa del vortice freddo più a sud, che ha posizionato il centro motore sul medio-basso Adriatico, ha invece comportato instabilità sul Centro-Sud con temperature notevolmente calate e forti venti, particolarmente intensi con componente da ovest-nord/ovest lungo la fascia tirrenica della Calabria e della Sicilia. Dopo le Alpi e l’Alto Appennino, la neve è caduta anche sulle restanti aree della dorsale appenninica, ricoprendo i maggiori comprensori di Lazio, Campania e soprattutto sui versanti adriatici. In Abruzzo il limite delle nevicate è sceso anche a quote di poco inferiori ai 1000 metri, con accumuli anche rilevanti sull’aquilano, nel cuore dei monti marsicani.