La sostanziale assenza degli anticicloni sul contesto europeo favorisce diffuse condizioni d’instabilità, che attecchisce senza aver bisogno di vere e proprie perturbazioni, ma semplicemente col riscaldamento diurno e con le infiltrazioni fresche in quota: celle temporalesche si sono in particolar modo sviluppate su varie zone del comparto balcanico-danubiano. Gli unici sistemi perturbati di un certo rilievo sono quelli che osserviamo sul Mediterraneo Centrale, per una depressione nord-africana, e sull’Europa Occidentale, a causa di una depressione in approfondimento nei pressi del Regno Unito. Solo la Penisola Iberica gode degli effetti dell’anticiclone delle Azzorre, ma il bel tempo è presente anche tra la Grecia ed il Mediterraneo Orientale, ove le temperature hanno raggiunto picchi di 35 gradi per l’azione di un promontorio anticiclonico sub-tropicale.
L’Italia non è certo immune dall’instabilità, trovandosi sul ramo ascendente di una modesta saccatura penetrata fino all’entroterra nord-africano. Il sistema nuvoloso, che abbraccia il Sud e le Isole, risulta la conseguenza della circolazione ciclonica sulle vicine terre algero-tunisine, ma i fenomeni più significativi in atto nelle ultime ore sono in realtà da ricondurre al vivace sviluppo di cumulonembi temporaleschi, più attivi sul Nord Italia e su parte della dorsale appenninica.
Gli sconfinamenti hanno coinvolto diverse zone della Val Padana, ad iniziare dalla Lombardia ove sono state colpite in particolar modo i settori dell’ovest pavese ed il bresciano, con picchi pluviometrici di oltre 40 mm. Diffuse aree temporalesche stanno attecchendo alla grande sul Triveneto e l’alta pianura emiliana, come possiamo apprezzare grazie all’ausilio dell’immagine radar.