L’Italia è interessata dalle propaggini settentrionali di un promontorio anticiclonico di matrice sub-tropicale, risalito alle nostre latitudini grazie alla presenza di un vortice di bassa pressione appena al largo delle coste portoghesi. Si tratta di uno scenario ideale allo scorrimento di un canale di correnti decisamente più miti ed umide sud/occidentali, entro il quale si inseriscono una serie interminabile di corpi nuvolosi che avvolgono l’Europa Centro-Occidentale, mentre solo sulle nazioni più settentrionali del Continente e sul Regno Unito permane un corridoio preferenziale per l’aria artica.
Il Mediterraneo Centro-Occidentale subisce più direttamente l’azione del caldo abbraccio nord-africano, più evidente laddove vediamo le maggiori schiarite. Dopo il primo rialzo avvenuto ieri, un’ulteriore impennata termica ha interessato le regioni meridionali dell’Italia con punte isolate di 25 gradi, ma anche le regioni del versante centrale adriatico per l’azione indotta dall’effetto favonico delle correnti in discesa lungo i pendii appenninici.
Il rialzo termico ha interessato anche il Nord Italia, dove comunque il disgelo, dopo le ultime nevicate di ieri, sta avvenendo molto lentamente, specie sui settori vallivi più riparati e laddove la neve è caduta copiosa e abbondante. L’insistenza delle sacche d’aria fredda, contrapposta ad un intenso riscaldamento in quota, ha portato anche a pericolosi fenomeni di gelicidio (pioggia che gela a contatto col suolo), riscontrati soprattutto ieri sull’entroterra genovese e sulle vallate appenniniche dell’Ovest Emilia.
Le temperature restano relativamente basse su parte della Val Padana per la stagnazione dell’ aria relativamente fredda nei bassi strati, mentre sulle Alpi e sul Nord Appennino i valori sono notevolmente cresciuti. Questo sta determinando delle situazioni di sostanziale omotermia fra le temperature registrate in pianura e quelle misurate a 1500 metri d’altezza in montagna sulle Alpi o in Appennino.