Una vasta circolazione depressionaria d’aria molto fredda continua ad agire su gran parte dell’Europa Orientale e sulla Russia Europea. Un campo di Alta Pressione, disposto dalle Isole Britanniche all’Islanda e fin sulla Groenlandia, garantisce continuità alla discesa di impulsi d’aria polare, diretti dalla Penisola Scandinava all’Est Europeo.
Se solo l’Anticiclone avesse avuto basi ben più solide sulla Penisola Iberica le correnti gelide sarebbero entrate a più riprese in senso meridiano anche su tutto il nostro Paese, invece non manca una circolazione depressionaria sulla Penisola Iberica e sui mari meridionali italiani, che frena l’espansione della saccatura fredda verso latitudini meridionali. Parte dell’aria fredda polare-continentale è riuscita comunque a penetrare sul Centro-Nord della Penisola, grazie ad una configurazione barica congeniale.
L’ingresso di correnti gelide dai quadranti orientali, specie sul Nord, è avvenuto in concomitanza dell’espansione dell’ala orientale dell’Alta Pressione oceanica verso l’Europa Centrale, permettendo così ad una parte dell’aria fredda di scorrere sul bordo meridionale dello stesso Anticiclone e piombare così su parte del nostro Paese, attraverso sostenute correnti di Tramontana o di Grecale.
Le conseguenze meteo dell’entrata dell’aria fredda sul Nord sono state in prevalenza collegate ad un rapido dissolvimento delle nebbie, in particolar modo sull’Emilia-Romagna e sul Triveneto. Il rinforzo del vento è l’aria piuttosto secca ostacolano infatti le nebbie. Le correnti orientali hanno comunque generato nubi da stau sulle zone pedemontane appenniniche e sul Piemonte, con sporadici fiocchi di neve a carattere sparso durante il mattino.
Per quanto concerne il campo termico, le diminuzioni più significative hanno interessato i rilievi alpini montuosi, mentre in pianura si partiva da valori già molto bassi, a causa delle persistenti nebbie delle ultime 24/48 ore. In alcune aree di pianura, con la dissoluzione delle nebbie, le temperature massime hanno pertanto recuperato qualche grado rispetto a ieri, ma rimanendo su valori piuttosto rigidi e localmente il freddo è stato acuito anche dalla presenza del vento, non solo sulla Capitale della Bora (Trieste) ove si sono raggiunte raffiche ad oltre 100 km/h, ma anche tra Emilia Romagna e Liguria.
Le correnti fredde hanno in parte raggiunto anche le regioni centrali, ove confluiscono con la parte periferica della circolazione depressionaria presente al Sud, ove è in azione un sistema perturbato. Condizioni di spiccata variabilità hanno così interessato il Centro Italia, con la quota neve calata repentinamente sui rilievi appenninici. Le aree più interessate dai fenomeni sono state quelle del versante adriatico, ove le precipitazioni da stau sono in atto anche in queste ore serali. Nevica fino a quote collinari: notevole la differenza rispetto alla giornata di Capodanno, quando le nevicate cadevano addirittura oltre i 1500 metri.
Il maltempo, con piogge diffuse, ha invece interessato le regioni meridionali, per il momento escluse dall’afflusso di correnti fredde nord/orientali. Il contrasto con l’aria fredda entrante ha rinvigorito gli effetti della perturbazione, la quale ha determinato fenomeni di forte intensità, nelle prime ore del mattino, sulla Campania (accumuli anche superiori ai 50 millimetri): sul Salernitano, a San Marzano, il fiume Sarno è straripato in diversi punti. Disagi e danni anche sul capoluogo regionale. Allagamenti e smottamenti anche sulle zone interne, soprattutto tra avellinese ed Irpinia.
Durante la giornata di domani le precipitazioni tenderanno a concentrarsi sulle estreme regioni meridionali, prima di un temporaneo miglioramento. Tra il giorno 5 ed il giorno 6 un nuovo nucleo freddo ed instabile colpirà, manco a dirlo, le regioni settentrionali con probabili nevicate fino in pianura, ma per i dettagli sarà necessario monitorare i continui aggiornamenti delle previsioni per regioni e per singole località disponibili sul portale www.tempoitalia.it .