Non c’è pace per l’Europa, sottoposta all’azione di un vasto lago d’instabilità, il cui perno principale si è andato a posizionare sulle nazioni danubiana. Tutta la struttura di bassa pressione è alimentata da ulteriori contributi d’aria fredda in discesa dalle alte latitudini che, una volta transitati sulle Isole Britanniche, si gettano sul cuore del Continente. Si sviluppano così una serie d’impulsi instabili, più o meno organizzati, che hanno penalizzato soprattutto le nazioni centro-occidentali europee, ove il clima si mantiene alquanto fresco per il periodo con temperature generalmente inferiori alle medie del periodo.
La parziale espansione del centro motore depressionario sui settori centrali europei ha dato origine ad un’ulteriore serie di forti temporali soprattutto tra Ucraina, Bielorussia e nazioni baltiche. Qui si vengono a scontrare le masse d’aria più fresche con quelle calde, annesse ad un anticiclone presente sull’entroterra russo, che si spingono fino alla Finlandia. Il mulinello instabile si trova letteralmente intrappolato e i fenomeni temporaleschi risultano spesso molto intensi: in diverse aree le piogge hanno creato già i primi allagamenti ed inondazioni, che rischiano di peggiorare con la persistenza di questi scenari a tratti perturbati.
Maggiore tranquillità sui settori mediterranei centrali, grazie ad una parziale distesa anticiclonica unita all’afflusso di correnti prevalente fresche, ma asciutte. Gli unici contrasti instabili degni di nota hanno riguardato più che altro le zone prealpine centro-orientali del Nord Italia, con qualche sporadico sconfinamento alle zone di pianura limitrofe, in particolare del Friuli Venezia Giulia. Per il resto ha dominato il bel tempo su tutto il Paese, anche se si tratta solo di un intervallo: la spinta delle correnti fresche nord-occidentali ha spazzato le ultime resistenze delle sacche di caldo dall’estremo Sud.