Prosegue un tipo di tempo spiccatamente autunnale, e le prospettive a medio-lungo termine non sono realisticamente orientate, almeno da una media valutazione delle emissioni modellistiche, verso concrete possibilità di nuovi ruggiti invernali, dopo il breve blitz di fine Gennaio.
Ad onor del vero, l’inverno mostra il suo vero volto non solo sul nord della Russia e parte degli Stati Uniti, ma anche su vaste zone del nord Europa, con la linea di confine fra masse d’aria diverse che va dalle Isole Britanniche fin su Polonia, passando per Danimarca e nord della Germania.
Dunque basterebbe davvero poco perché parte di quell’aria fredda possa esser convogliata fin verso il Mediterraneo, ma ciò non potrà certo accadere fin quando continueranno a susseguirsi a così grande frequenza le perturbazioni alle nostre latitudini, in seno al flusso ondulatorio occidentale.
Con un rallentamento della corda oceanica, e con un’accentuazione meridiana del flusso ondulatorio si potrebbero avere ancora potenziali sorprese fredde, al momento inaspettate.
Per quanto concerne l’attuale situazione proprio sul Mediterraneo centro-occidentale, il flusso perturbato oceanico ha preso ormai piena confidenza, con vortici in continua formazione sul vicino Atlantico e che prendono vigore dall’espansione e intensificazione del Vortice Polare sul Quebec.
La perturbazione attesa in grande stile quest’oggi sull’Italia è in piena azione, così come anche il vortice Depressionario a cui è collegata.
Appena ieri accennavamo alle incertezze sul posizionamento e traiettoria del minimo barico, ed in effetti la posizione individuata ieri dalla maggior parte modelli matematici ha subito delle ulteriori variazioni, risultando sempre più a sud.
L’azione più bassa del minimo barico, al momento di 998 hPa sulla Sardegna orientale, è alla base dello scarso coinvolgimento delle regioni settentrionali dall’azione perturbativa. Solo sul Triveneto e l’Emilia si estende la fascia nuvolosa, e le conseguenti sporadiche deboli precipitazioni, mentre sul nord-ovest i cieli sono persino sgombri da nubi, e l’unico fenomeno localmente presente sono le nebbie in pianura.
Diverso il discorso per i settori tirrenici e la Sardegna, maggiormente interessati dal maltempo con precipitazioni di maggiore entità tra Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna stessa, con cumulati localmente superiori ai 30 millimetri; nelle prossime ore le precipitazioni di maggiore entità si concentreranno sulla Campania.
Il flusso sud-occidentale, richiamato dalla Bassa Pressione, e che interessa gran parte dell’Italia, ha favorito temperature dovunque miti, anche laddove il maltempo è risultato più insistenti.
Da seguire anche l’andamento del minimo barico in quota, che è ancor più determinante per il movimento delle nuvolosità più consistente collegata all’area Depressionaria, osservabile benissimo dalla stessa moviola Satellitare Meteosat.
Il vortice in quota dalle Baleari si sta andando a spostare verso le coste nord Algerine, e la posizione differente rispetto al suolo è evidente segnale di un’area Depressionaria ancora molto attiva, e d’altronde non può essere diversamente essendo di recente formazione.
L’imminente evoluzione vedrà per la notte l’evoluzione del minimo barico al suolo verso il medio-basso Tirreno, mentre il nocciolo in quota si porterà verso la Tunisia. Nelle ore centrali di domani i due vortici si avvicineranno parecchio, posizionandosi entrambi sul basso Ionio, appena al largo delle coste orientali della Sicilia.
Naturalmente sono possibili ulteriori varianti nella traiettoria di questa Depressione Mediterranea, anche se va sottolineato che nella giornata di domani è confermato l’ingresso dal Rodano di alcune linee d’instabilità, con aria più fresca che alimenterà temporaneamente la stessa Bassa Pressione, rallentando un po’ il complessivo miglioramento.