Psicologia e statistica sono due scienze molto differenti, ma serve il loro contributo per aiutare noi “poveri uomini” a comprendere come definire il clima normale o anomalo. Siamo orfani del clima del passato e confusi da quello presente.
Negli ultimi anni, specie nelle stagioni intermedie, ed in particolare nella primavera, assistiamo a periodi di freddo che si alternano a quelli di caldo: dai termosifoni accessi si passa ai condizionatori d’aria.
Qualche tempo fa avevo sentito l’intervista fatta ad una giornalista italiana che si era trasferita da Roma a New York per ragioni di lavoro. E tra le numerose considerazioni, ne aveva fatte diverse di molto attente sul clima così diverso tra quello italiano e quello americano.
Negli ultimi anni le diversità tra quei due climi si sono ridotte sensibilmente: quello europeo è ormai sempre più estremo, e si sta continentalizzando per il ridursi dell’influenza delle correnti atlantiche. Tuttavia, difficilmente in Italia avremo un clima così estremo come quello del Nord America, ci tengo a sottolinearlo.
Ed allora, alla luce dell’evidente cambiamento del clima, non sarebbe più opportuno rivedere i range della statistica climatica italiana ormai un po’ troppo obsoleta?
Spesso si dice che siamo sotto media o sopra media, e questa teoria diventa un tormentone, così come il timore di una replica dell’estate 2003, come se fossero solo questi i problemi derivanti dal cambiamento del nostro clima.
I mutamenti climatici condizionano sempre più la vita quotidiana, compresa quelle delle attività umane, si modificano le abitudini, l’abbigliamento si adegua, ma c’è poca informazione su come affrontare il futuro: l’agricoltore “lotta” contro le avversità climatiche più imprevedibili, la mamma che manda i figli a scuola si deve districare nella scelta di un abbigliamento sempre più a “strati”.
Le bizzarrie del tempo si possono osservare specialmente nelle regioni a clima continentale, dove da un giorno all’altro, da mattina a sera, le differenze di temperatura divengono spropositate.
L’argomento è molto sentito in questo periodo, dato che dal relativo freddo passeremo al caldo in men che non si dica.
Ma che accade alla circolazione atmosferica?
In Italia è giunta un’area di Alta Pressione, quella di cui si scrive da alcuni giorni e che porterà tempo soleggiato e via, via sempre più caldo.
In una primissima fase, la calura si farà sentire specialmente nelle regioni interne del Nord, poi di quelle centrali e nella Sardegna.
Già ieri in Val Padana, la temperatura massima era salita sensibilmente rispetto alla giornata precedente e nei prossimi giorni i +30°C si raggiungeranno con una certa facilità, specie su basso Piemonte, le pianure della Lombardia, dell’Emilia e probabilmente del Veneto.
Oggi, una lieve instabilità atmosferica interesserà le Alpi orientali dove al pomeriggio potranno realizzarsi situazioni ideali per lo sviluppo di isolati temporali, che come da copione di un clima estremo, saranno quasi certamente di forte intensità.
Su tutte le altre regioni italiane, il tempo sarà buono, con prevalenza di sole, tranne qualche addensamento nella zona del Tirreno meridionale.
Le temperatura tenderanno ad aumentare ancora nei valori massimi, mentre le minime sembrano stazionarie, ed anzi, si sono avute diverse diminuzioni.
Nei prossimi giorni saremo interessati da una forte cella di Alta Pressione, particolarmente asciutta negli strati medio alti dell’atmosfera. Ciò favorirà un aumento della temperatura, specie nelle regioni a clima continentale.
Nelle coste, specie tirreniche e della Sardegna, si potranno formare addensamenti nuvolosi per nubi basse, ed in mare apparirà la nebbia d’avvezione, generata dal contrasto tra massa d’aria calda e mare freddo.
Insomma, il tempo volge verso quella fase di primavera soleggiata e calda che in tanti auspicavano, in particolare in coincidenza con il prossimo fine settimana.