La situazione meteo odierna si presenta con tante analogie rispetto alle giornate precedenti, soprattutto per quel che riguarda il nostro Paese, ove l’instabilità termoconvettiva si ripete in maniera quasi meccanica con poche differenze fra un giorno e l’altro. Le novità da porre in rilievo riguardano i settori occidentali europei, ove si sono spinte delle modeste infiltrazioni umide oceaniche legate alla lenta espansione di una saccatura centrata poco ad ovest delle Isole Britanniche.
L’influenza della circolazione oceanica non ha comunque messo in grave crisi il cuneo anticiclonico subtropicale: un parziale cedimento di geopotenziali interessa soprattutto il Regno Unito e la Francia. Queste zone sono state raggiunte da alcuni impulsi instabili, il più intenso dei quali ha interessato le zone sud/occidentali della Francia con notevole attività elettrica. L’impulso frontale, costretto a fronteggiare l’anticiclone, ha difficoltà a muoversi verso levante e si è nettamente indebolito. Per quanto riguarda il Regno Unito, la perturbazione appare visibilmente bloccata sull’Irlanda, mentre la Scozia è stata interessata da temporali prefrontali dovuti alla risalita di masse d’aria caldo-umide dai quadranti meridionali.
L’Italia, stando sul bordo orientale della figura anticiclonica, risente ancora di un’acuta fase temporalesca, rinvigorita dalla presenza di aria sempre più umida nei bassi strati sovrastata da quella relativamente più fresca in quota. La saturazione della colonna d’aria sostiene la formazione dei temporali nelle ore più calde del giorno, con rovesci e temporali che non risparmiano nemmeno diverse nazioni dell’Europa Centro-Orientale.
Come evidenzia il Satellite, forti temporali sono in atto su gran parte delle zone interne del Centro-Sud. Rispetto a ieri appaiono più episodici gli sconfinamenti verso il mare, ma l’entroterra è diffusamente interessato in queste ore pomeridiane dalle cellule temporalesche. Non sono escluse nemmeno alcune aree pianeggianti del Nord, come l’Emilia e parte della fascia lombardo-veneta, fra il bergamasco ed il bresciano. Lo scarso movimento delle celle temporalesche, dovuto a correnti molto deboli in quota, potrebbe facilmente causare notevoli quantitativi di pioggia assai violenta a scala locale.
Solo tra le regioni di Nord-Ovest e le Isole Maggiori osserviamo maggiori aperture del cielo, anche se non mancano episodici temporali a carattere molto localizzato. Questi settori risentono più da vicino di geopotenziali leggermente più alti, collegati ai massimi barici della cupola anticiclonica posta ad ovest dell’Italia.
Questa vivace instabilità è fortemente acuita dalla presenza di masse d’aria piuttosto umide nei bassi strati. L’alta umidità evita da un lato il raggiungimento di picchi termici elevati (le punte di 35 gradi continuano a restare una prerogativa di talune aree interne della Sardegna), ma naturalmente accentua la sensazione di caldo in termini d’afa (indice di calore basato sull’umidità relativa). Fra gli esempi più eclatanti, citiamo il caso di Rimini ove queste ore pomeridiane stanno trascorrendo con temperature di circa 27-28 gradi ed aria praticamente satura, con umidità relativa al 95-100% in pieno giorno. La vicinanza dei temporali accentua l’umidità, ma in tali condizioni l’indice di calore (temperatura percepita dall’organismo umano) supera i 35 gradi.
La fase meteo così instabile è destinata progressivamente a smorzarsi: come detto in precedenza, una bassa pressione atlantica sta avanzando verso l’Ovest Europa e questa dinamica contribuirà a dare un calcione al cuneo anticiclonico sub-tropicale, destinato quindi a traslare verso est e a ricoprire con maggiore decisione le nostre regioni. In poche parole questo significa che avremo un relativo rallentamento dell’attività temporalesca, ma allo stesso tempo le temperature subiranno un ulteriore aumento, seppure accompagnate da condizioni in genere meno afose.