Un vasto campo d’alta pressione (il redivivo anticiclone delle Azzorre) governa le condizioni meteo di buona parte del Continente Europeo, fatto salvo per il comparto balcanico ove agisce ancora una lieve circolazione instabile centrata sul Mar Nero. Le correnti atlantiche scorrono a latitudini medio-alte ed in particolare un fronte perturbato più intenso si approssima alle Isole Britanniche, legato al vortice in approfondimento al largo dell’Irlanda.
L’Italia non gode appieno della protezione anticiclonica e, trovandosi sul bordo orientale, si trova soggetta a qualche infiltrazione fresca che determina lo sviluppo di temporali. Col trascorrere dei giorni sotto il sostanziale dominio dell’alta pressione, si registra tuttavia un progressivo aumento delle temperature, con punte fino a 33-34 gradi in diverse località del Centro-Nord e della Sardegna. Il caldo è tuttavia acuito dagli elevati tassi d’umidità, specie in Val Padana (laddove l’afa non è nemmeno alleviata dalla ventilazione), con temperature percepite (indice di calore) ben superiori a quelle indicate dalla colonnina di mercurio.
L’incremento dell’umidità fornisce ulteriore carburante per la genesi dei temporali di calore, laddove vi sono le condizioni più favorevoli alla convezione. In questo frangente, mentre scriviamo, la Liguria e la Sardegna sono le regioni più interessate dai nuclei temporaleschi, in attesa che nelle prossime ore qualche temporale vada a colpire altre zone, fra cui diverse aree della catena alpina.