L’alta pressione delle Azzorre è risalita prepotentemente sull’Europa Occidentale, impedendo così alla minacciosa perturbazione nord-atlantica, che abbiamo seguito mercoledì, di poter finire nel cuore del Mediterraneo. Il sistema frontale, molto indebolito, lo possiamo ora osservare con il suo ramo principale allungato dalla Svezia verso i settori alpini orientali. L’aria fredda al seguito del fronte interessa più direttamente la Francia orientale e la Germania, come possiamo notare dal fiume di nuvolosità frammentata e tondeggiante. Le correnti da nord entrano facilmente anche sul Mediterraneo, sfruttando in particolare la Valle del Rodano per poi scendere verso le Baleari e l’Algeria.
Il grande gelo resta relegato sul comparto orientale europeo e sulla Russia, ove le temperature si sono mantenute generalmente sottozero anche nelle ore più calde del giorno. Di notte il termometro è sceso fino a punte localmente inferiori ai -25°C sulle aree interne della Russia. Si allarga il divario con le estreme aree dell’Europa Sud-Occidentale, interessata dal ramo sub-tropicale dell’anticiclone: il tepore ha interessato soprattutto il Portogallo, dove si sono sfiorati i 25 gradi nella località di Beja, valori da piena primavera.
L’ingresso d’aria moderatamente fredda sul Mediterraneo contribuisce a mantenere accessi contrasti sul Sud Italia, con una bassa pressione a cui si sono legati ulteriori rovesci di forte intensità. Non solo le zone ioniche di Sicilia e Calabria, ma il maltempo ha colpito al mattino anche il Salento (forti temporali sulla zona di Santa Maria di Leuca, dove sono venuti giù 60 mm di pioggia) con le precipitazioni che, pur meno intense, si sono propagate a buona parte della Puglia, la Lucania e la Campania.