E’ stata una domenica a dir poco splendida. Sole e temperature gradevoli hanno incorniciato il primo, vero, weekend estivo. Dal punto di vista astronomico rammentiamo infatti che la stagione è partita la scorsa settimana, mentre se ci riferiamo allo start meteorologico dovremo tornare indietro al primo Giugno. Diciamo comunque che nell’immaginario collettivo prevale il 21, ragion per cui asserire che si è trattato del primo fine settimana estivo è assolutamente lecito.
Ripercorriamo per un attimo quel che è accaduto. Una propaggine anticiclonica, associabile ad un ampio sistema altopressorio di natura africana, si è adagiata nelle nostre regioni dispensando sole in tutta Italia. Il fulcro principale è ubicato sul comparto Iberico e mostra qualche piccolo tentennamento ad espandersi verso oriente. Sull’Europa dell’Est è presente quella che in gergo definiamo “goccia fredda”, ovvero un’area di Bassa Pressione stazionante alle alte quote atmosferiche e alimentata da aria particolarmente fresca.
La contrapposizione tra due figure così diverse genera un gradiente di pressione. Quando la pressione varia significativamente nell’arco di pochi chilometri, si creano forti venti. Ecco la ragione che spiega come mai, dopo il transito del fronte atlantico che portò i temporali al Nord Italia, si è instaurata una circolazione settentrionale che ha favorito un ridimensionamento termico.
I venti da nord continuano a spirare nelle regioni Meridionali. Hanno intensità generalmente moderata, salvo dei rinforzi nelle zone costiere pugliesi e ovviamente nei mari circostanti. E’ la ragione che faciliterà un contenimento delle temperature, cosicché risulterà l’area Peninsulare con le condizioni climatiche più gradevoli.
Considerando che la rimonta anticiclonica proviene da ovest, nel settore occidentale peninsulare registreremo un più vivace aumento termico. Su tutto il Centro Nord, ma anche nelle Isole, le massime potranno raggiungere facilmente punte di 32-33 gradi. Poi non è da escludere che coi microclimi locali si possano verificare picchi maggiori.
Il vivace riscaldamento diurno determinerà la nascita di qualche nube a sviluppo verticale sui principali rilievi. Verranno coinvolte le zone alpine e le montagne dell’Appennino centro settentrionale. La probabilità che possano manifestarsi precipitazioni è piuttosto blanda, ma non del tutto esclusa sulle Alpi di ponente e nelle zone più interne dell’Appennino abruzzese.
In conclusione diamo cenno delle foschie o nubi basse presenti su alcune zone della Val Padana, in particolare sul Piemonte. Si tratta di nubi che nello spettro dell’infrarosso difficilmente risultano individuabili ed è la ragione per cui non è possibile notarle nell’immagine satellitare allegata.