Ben pochi i progressi compiuti dal mulinello ciclonico d’origine nord-atlantica, dopo l’isolamento sul Mediterraneo: nella giornata di lunedì il perno depressionario si era venuto a trovare sull’Adriatico, mentre attualmente lo troviamo sull’Alto Ionio. Ha perso certamente vigore tutta la struttura di bassa pressione, in quanto la distensione dell’alta pressione oceanica, poco più a nord, ha tagliato i ponti al flusso freddo che alimentava il minimo barico.
Questa spinta anticiclonica ha scongiurato non solo la prosecuzione dell’alimentazione fredda al vortice italico, ma anche la possibilità di nuove incursioni instabili. Il flusso atlantico appare abbastanza vispo, ma grazie all’alta pressione è costretto a viaggiare con moto scarsamente ondulato su latitudini medio-alte, coinvolgendo più che altro le nazioni settentrionali dell’Europa. Nel frattempo qualche novità s’intravede sul Basso Mediterraneo, legata ad un cambio di circolazione con la risalita di masse d’aria un po’ instabili dall’entroterra nord-africano, connesse ad una circolazione di bassa pressione collocata poco al largo del Portogallo.
Pian piano gli effetti di questa circolazione più mite tenderanno ad espandersi verso l’Italia, che attualmente deve fare ancora i conti con una vivace circolazione settentrionale, richiamata dal vortice in quota centrato sullo Ionio. Evidente l’impronta instabile su gran parte del Sud e sull’est della Sicilia, ma anche le regioni centrali adriatiche risultano interessate da residua nuvolosità convogliata dalla circolazione fresca di provenienza balcanica.