La settimana che si è appena conclusa aveva visto crescere fortemente il tenore del caldo anomalo sull’Europa Centro-Occidentale, tanto che nel week-end si sono misurati valori quasi eccezionali e spesso superiori ai 35-36 gradi. Ora lo scenario è un po’ cambiato, per via del parziale affondo a più basse latitudini di un’onda depressionaria atlantica che ha consentito l’ingresso di correnti più umide soprattutto tra Golfo di Guascogna, Francia e Benelux, tutte zone non più protette dalla roccaforte anticiclonica di stampo nord-africano.
Il contrasto con l’aria rovente pre-esistente ha dato facilmente genesi a strutture temporalesche di forte intensità, che hanno colpito in maniera più organizzata alcuni dipartimenti settentrionali francesi. In queste ore più calde l’instabilità è esaltata, tanto da appare più diffusa (non ne sono immuni nemmeno alcune aree dell’Italia, come vedremo più avanti): si noti comunque il nucleo temporalesco particolarmente “cattivo” che sta interessando il nord-ovest della Germania ed è atteso in propagazione verso la Danimarca, sulla scia dell’intenso flusso di correnti sud-occidentali.
La lingua d’aria rovente è stata costretta a traslare più ad oriente, ma s’estende ancora ad alte latitudini fino al Baltico, come possiamo apprezzare sulla mappa in basso. Le temperature sono quindi ulteriormente salite su parte del comparto centro-orientale del Continente, mentre per effetto dei temporali e delle correnti più fresche atlantiche è avvenuta una flessione termica in particolare sul nord della Francia, ma anche su Belgio, Olanda e parte della Germania.
La stabilità si sta mostrando un po’ efficace anche sull’Italia: dopo i temporali che, in nottata, ha colpito il Nord-Ovest, ora è la volta dell’attività convettiva pomeridiana sul cuore dell’Appennino, a conferma di un’atmosfera meno stabile dei giorni passati, anche se durerà poco. Come possiamo apprezzare dall’immagine Meteosat, il fulcro dell’instabilità sta interessando l’area dell’Appennino umbro-marchigiano, con riflessi anche sul reatino e sull’aretino. Altri temporali, meno organizzati al momento, interessano la cintura appenninica tosco-emiliana e l’area dolomitica.