La penultima settimana di Agosto si apre all’insegna di una rinnovata stabilità, dopo un periodo ferragostano caratterizzato da una vivace agitazione, innescata dallo scontro fra masse d’aria radicalmente diverse, in seguito all’ingresso di un incisivo cavo d’onda depressionario, annesso al sistema ciclonico sulla Gran Bretagna.
I contrasti termici hanno avuto una tale rilevanza da far passare il 15 Agosto come la giornata più temporalesca di tutto l’anno, con la caduta di decine di migliaia di fulminazioni al suolo nel territorio italiano, che purtroppo hanno avuto anche conseguenze tragiche nel torinese, come hanno riportato le cronache.
Nella giornata di ieri un’ulteriore perturbazione, seppure indebolita, ha recato condizioni di moderata instabilità su gran parte del Nord e parte delle zone appenniniche settentrionali. Le correnti instabili sono state immediatamente spazzate via da un rapido recupero della pressione, in consolidamento sul Mediterraneo, che trae forza da un moderato supporto di matrice sub-tropicale in quota.
Il quadro meteorologico odierno mostra quindi un Italia prevalentemente sgombra di nuvolosità significativa fin dalle prime ore del mattino, mentre nel pomeriggio una moderata cumulogenesi si è sviluppata lungo le principali catene montuose.
Lo scarsa attività cumuliforme a sviluppo verticale è dovuto al sopraggiungere d’aria ben più calda in quota, che inibisce l’instabilità ed i conseguenti contrasti col surriscaldamento diurno operato dal sole. Lo zero termico è risalito fino a quote superiori ai 5000 metri sulla Sardegna.
Lungo la Penisola domina ancora una debole circolazione settentrionale, più attiva nei bassi strati fra i versanti del basso adriatico ed il Mar Ionio. Si tratta dell’eredità fresca lasciata dal passaggio dell’onda depressionaria, ora sull’Europa Orientale, con temperature minime ancora fresche e leggermente sottomedia su buona parte del nostro Paese.
I valori massimi sono invece in crescita sulle zone interne delle regioni centro-meridionali, con punte massime che non vanno tuttavia oltre i 32-33 gradi. Clima più fresco in Val Padana, con valori che non superano picchi di 29-30 tra Emilia e Veneto.
L’area depressionaria oceanica continua a resistere al suo posto (profondo minimo barico al suolo di 986 hPa sull’Irlanda), ma ora le perturbazioni sono costrette a viaggiare a latitudini più alte dell’Arco Alpino, a causa dell’insediamento del promontorio anticiclonico sul cuore del Mediterraneo.
Lo scudo protettivo anticiclonico non si mostrerà tuttavia così forte sul suo bordo più settentrionale, permettendo così al flusso atlantico di tornare ad infastidire con aria umida ed instabile, seppure in maniera del tutto marginale, i nostri settori alpini e prealpini.
L’ennesima onda depressionaria, ora scavata in prossimità del Golfo di Biscaglia, proverà a forzare il muro anticiclonico presente più ad est, riuscendo nell’intendo di portarsi sull’Europa Centrale; il fronte freddo collegato lambirà le Alpi, determinando instabilità nel pomeriggio-sera di domani su zone alpine e prealpine, in particolare fra il Piemonte e la Lombardia.
Si tratterà di un passaggio instabile rapido ed indolore, in quanto la campana anticiclonica farà buona guardia sul resto d’Italia e non cederà il passo alle infiltrazioni atlantiche. La cupola altopressoria appare destinata a protrarsi a lungo, supportata peraltro da possibili energici richiami caldi nord-africani, sotto la spinta di eventuali affondi ciclonici in isolamento sulla Penisola Iberica.