LO SFRATTO DELL’ANTICICLONE – Resta ormai ben poco di quel possente campo anticiclonico che ha dominato in lungo ed in largo questi primi 20 giorni di marzo non solo sull’Italia, ma anche su buona parte dell’Europa. L’alta pressione si è infatti ormai divisa in due grandi tronconi: una parte è traslata verso est portandosi tra il Mediterraneo Orientale, i Balcani e Mar Nero, mentre l’altra porzione anticiclonica si è relegata più ad ovest, nella classica posizione defilata a ridosso dell’Arcipelago delle Azzorre da cui prende il nome. Questa dinamica apre la strada al ritorno prepotente delle perturbazioni sulla scena europea e molto presto anche sul Mediterraneo. Tra l’altro lo stesso anticiclone atlantico appena citato si è parzialmente sbilanciato verso nord, agevolando l’ingresso di masse d’aria polari marittime che accompagneranno l’affondo della saccatura atlantica sull’Ovest Europa e poi anche alle nostre latitudini.
PRIME INSIDIE SULL’ITALIA – La perturbazione nord-atlantica, protesa dal Baltico alla Penisola Iberica, si approssima velocemente all’Arco Alpino. In realtà l’avvicinamento frontale risulta preceduto da un altro modesto ammasso nuvoloso, collegato ad una lacuna barica afromediterranea che farà ancora più da calamita nell’attrarre il sistema perturbato atlantico verso il Mediterraneo. Questa debole perturbazione apripista ha determinato un incremento dell’instabilità sui settori più occidentali della Penisola ed in special modo sulla Sardegna, dove nel pomeriggio si sono sviluppati temporali anche forti, associati ad acquazzoni e persino locali grandinate su zone interne e sul cagliaritano. Una certa cumulogenesi ha riguardato anche alcuni settori della dorsale centro-settentrionale appenninica, provocando anche qui manifestazioni temporalesche molto isolate. Il clima si è mantenuto mite, con temperature ancora ovunque sopra la norma.
CROLLO TERMICO IN VISTA – La perturbazione atlantica è sospinta da correnti più fredde di origine polare marittima, che provengono direttamente dalla Groenlandia e dal Mare del Labrador. Una volta che queste masse d’aria sfoceranno sul Mediterraneo, si esalterà l’instabilità ed il maltempo, con la ferita ciclonica che coinvolgerà direttamente l’Italia per gran parte della prossima settimana.