Sembra pieno inverno su gran parte dell’Europa centro-settentrionale, per la nuova potente discesa di un fronte d’irruzione artica, il quale ha generato una tempesta di vento assai rilevante su tutte le coste che si affacciano al Mare del Nord, con conseguenti mareggiate ed allarme inondazioni per le prossime ore.
L’elevatissimo gradiente barico è alla base delle violente correnti settentrionali che si stanno abbattendo lungo i meridiani centrali europei, con vento protagonista della scena anche sulla Regione Alpina e lungo la Penisola Italiana.
Sul cuore dell’Europa osserviamo quindi una sinottica caratterizzata da isobare ravvicinatissime, dovute alla contrapposizione fra una robusta cella di Alta Pressione ad ovest (massimi barici di 1035 hPa nei pressi dell’Irlanda) ed il vortice con perno sulla Penisola Scandinava, approfonditosi fino a valori di circa 985 hPa.
Ne consegue un’enorme differenza barica di oltre 50 hPa fra le due figure bariche così antagoniste, con l’Anticiclone costretto a flettersi temporaneamente ed arretrare le proprie posizioni sul Mediterraneo centrale, a causa dello sfondamento violento di un nucleo d’aria molto fredda in quota verso l’Arco Alpino.
Tale nucleo freddo, in deviazione verso sud/est, si appresta a colpire marginalmente anche il lato orientale del nostro Paese, ma tenderà a portarsi più direttamente verso le nazioni slave, sospinto dalla resistenza anticiclonica poco ad ovest.
Si è così realizzato un lungo canale depressionario dal nord Europa fino al cuore del bacino centrale del Mediterraneo, con la genesi di un’ansa depressionaria secondaria sulle regioni centrali italiane e relativo minimo barico in passaggio sul Mar Adriatico.
Nel corso delle ultime ore parte dell’aria fredda, dopo aver valicato l’arco alpino, è piombata con fenomenale irruenza in direzione dell’alto adriatico e dell’Appennino emiliano-romagnolo, ove si sono iniziati ad accendere i contrasti rispetto alle correnti umide occidentali pre-frontali, richiamate sui bassi strati dal minimo in azione, in precedenza, sottovento alla catena alpina.
Si è generata in maniera molto rapida una linea temporalesca in sviluppo, capace di espandersi dal medio adriatico a gran parte delle regioni centrali, persino fin sulle zone centro-orientali della Toscana. Tale linea temporalesca è seguita da fortissime correnti di tramontana, che si sono già spinte fin sulle Marche.
Al momento le aree più interessate dalla linea temporalesca, con rovesci prevalentemente grandinigeni, risultano essere le zone centro-meridionali marchigiane (province di Macerata ed Ascoli Piceno) e un’ampia fetta dell’Umbria centro-orientale, in spostamento verso il reatino e il nord dell’Abruzzo.
Un’evoluzione davvero molto veloce e dinamica, alla stessa velocità dei forti venti che stanno spazzando gran parte del Paese. Il gradiente barico sui nostri mari è stato accentuato dal minimo depressionario in progressivo approfondimento dapprima sul mar Ligure, in rapido spostamento attuale al Mar Adriatico.
Conseguenze diversificate in merito a tale sinottica, con il principale e determinante elemento orografico caratterizzato dalla barriera alpina, che costringe a deviazioni e modifica le caratteristiche della massa d’aria in transito.
L’ampio margine di pressione, presente fra i due versanti della cerchia alpina, ha sospinto intense correnti secche di foehn in direzione della Pianura Padana, con cieli rimasti sereni su tutte le regioni di nord-ovest, tranne sporadiche nevicate sulle vette alpine settentrionali di confine.
Assai rilevante poi la forte burrasca di venti di maestrale che si è gettata dal Golfo del Leone verso la Sardegna, amplificata dal passaggio sulla Valle del Rodano, ora in propagazione verso il medio-basso Tirreno e la Sicilia.
Questo temporaneo arretramento dell’Anticiclone ha portato questo vigoroso cambiamento meteo, seppure il nucleo freddo sia destinato ad un interessamento piuttosto marginale delle nostre regioni orientali. L’Anticiclone, come già anticipato ieri, tornerà però a spingere verso oriente, riabbracciando in parte il nostro Paese.
Nella prossima settimana, tuttavia, si annunciano importanti novità: il lago freddo, in intensificazione ed isolamento sull’Europa centro-orientale, potrebbe tendere a sprofondare, proprio a metà della settimana, in parte verso la Francia e probabilmente la parte più a nord del Mediterraneo, con conseguenze tutte ancora da valutare.