ALLE PRESE CON UNA PERTURBAZIONE – Gran parte dell’Italia Centro-Settentrionale risente degli effetti di un ammasso nuvoloso d’origine atlantica giunto dalla Francia, con relativa formazione di un minimo di pressione sui mari occidentali italiani. L’area perturbata si è andata isolando dal flusso perturbato atlantico e va quindi perdendo rapidamente consistenza, nonostante si sia portata al suo interno una significativa dose d’aria fredda: la depressione, ormai autonoma, è stretta a tenaglia fra un anticiclone proteso dal Mediterraneo ai Balcani ed un altro promontorio altopressorio che spinge dalla Penisola Iberica verso la Francia e le zone alpine. Inevitabilmente, l’unica via di fuga per questo vortice depressionario è quella di sprofondare più a sud verso le coste nord-africane, dove andrà ulteriormente ad attenuarsi per poi colmarsi completamente.
NEVE SU ALPI ED ALTO APPENNINO – Questa perturbazione ha favorito il ritorno di un clima più invernale in particolare al Nord, a causa dell’ingresso di masse d’aria più fredda in quota. La neve è caduta fino a quote particolarmente basse tra l’entroterra ligure, l’Oltrepò Pavese e la parte occidentale dell’Emilia. In occasione dei fenomeni più consistenti i fiocchi di neve hanno fatto la loro comparsa persino in qualche zona pianeggiante. Gli apporti nevosi più importanti hanno coinvolto proprio la dorsale settentrionale appenninica tosco-emiliana e l’entroterra ligure, con punte d’accumulo di 20-25 cm attorno ai 1000 metri d’altezza. Nella prima parte della giornata un po’ di neve ha interessato anche in parte la fascia alpina e prealpina, cadendo fino al fondovalle lungo i settori dell’Alto Adige e del bellunese.