L’esordio del mese di Novembre sta presentando un disegno barico sempre più consolidato, con due principali attori protagonisti: la novità è nel segno di una saccatura fredda presente alle alte latitudini (area baltico-scandinava), in espansione tramite incisive onde verso l’area balcanico-danubiana, cui si contrappone una robusta cella di Alta Pressione sull’Europa occidentale, con massimi barici in prossimità dell’Irlanda.
Si tratta certamente di una situazione barica piuttosto anomala per il periodo e dai chiari connotati invernali, che è anche diretta conseguenza della totale assenza delle miti e piovose correnti atlantiche sulla scena europea.
Come già accennato ieri, l’Italia si trova pressoché a metà strada fra le due figure bariche protagoniste, che determinano una netta demarcazione termica fra le opposte aree del Continente. Spiccano ancora le temperature sulla Penisola Iberica, di stampo quasi estivo, con punte di 27-28 gradi sui settori più meridionali della Spagna, a causa del richiamo di correnti tiepide d’estrazione nord-africana.
Al contrario, valori molto rigidi persistono su Penisola Scandinava e Russia europea, con svariate località che non vanno oltre il muro degli zero gradi nemmeno nelle ore centrali della giornata. La zona baltico-scandinava sta facendo infatti i conti con una nuova colata d’aria fredda artica, ormai rapidamente propagatasi verso Germania e Polonia.
L’instabilità procurata dall’intrusione fredda alle quote superiori dell’atmosfera è ben chiara dalla nuvolosità a chiazze, dalla colorazione poco brillante, che dal mare del Nord si estende fin verso la regione alpina. Segnalate cadute di neve anche in pianura, persino su Varsavia.
La nuova irruzione fredda in atto sull’Europa centrale trova sempre la strada pressoché sbarrata per giungere in direzione del Mediterraneo. Il riparo offerto dalla catena alpina, in occasione di questo tipo di circolazione, risulta piuttosto deciso.
Anche la stessa configurazione barica, con l’anticiclone proteso con asse obliquo verso il bacino centro-occidentale del Mediterraneo, costringe l’aria fredda a traslare verso oriente, senza permettere un ingresso maggiormente meridiano sul cuore del Mediterraneo
Un debole sistema frontale, costretto a scavalcare le Alpi, si trova ora tra nord della Sardegna, Tirreno centrale e medio adriatico, supportato da una modesta depressione orografica sul mar Ligure.
L’ammasso nuvoloso si va parzialmente rinvigorendo, dopo l’iniziale indebolimento causato dall’arco alpino, e determinerà modesti effetti più rilevanti fra medio e basso Tirreno, con un lieve approfondimento depressionario nei bassi strati.
I contrasti termici sulle regioni meridionali e la Sicilia saranno leggermente più marcati grazie alla penetrazione d’aria moderatamente fredda in quota.
La circolazione atmosferica anche per i prossimi giorni tenderà a rimanere pressoché bloccata sugli attuali binari, con continue ondulazioni d’aria fredda dirette tra i settori centrali ed orientali dell’Europa.
Sul finire della prima decade vi sarà l’attacco più incisivo, con relativa genesi di depressione secondaria lungo il versante adriatico, ma ancora una volta gli effetti saranno nel complesso moderatamente attutiti dalla cerchia alpina.
In conclusione, la conseguenza principale negativa di questa circolazione attuale è individuabile nella scarsità delle precipitazioni. In particolare queste continueranno a latitare pesantemente lungo le Alpi ed i settori di nord-ovest, nel periodo clou autunnale in cui si dovrebbero registrare i maggiori episodi perturbati.