La circolazione ciclonica continua a coinvolgere ancora gran parte dell’Italia, che dunque si mostra ancora terreno assai fertile per l’instabilità, ed ha spostato il suo fulcro d’azione sulle regioni meridionali, con temporali sparsi maggiormente frequenti in mare aperto o nelle zone costiere.
Dopo vari giorni, la notizia è che il minimo barico principale non risiede più sul territorio italiano, ma si è spostato in direzione dei Balcani, con approfondimento fino a circa 992 hPa sul livello del mare.
L’ampia circolazione ciclonica a tutte le quote racchiude comunque le nostre regioni, con la persistenza di aria fredda in quota, con isoterme comprese tra i -25 ed i -30°C all’altezza topografica di 500 hPa, corrispondente a circa 5400 metri nell’ambito depressionario che ci riguarda. E tale aria fredda è la miccia principale per l’esaltazione dell’instabilità atmosferica.
Dopo vari giorni di scorrimento di correnti gelide in quota, parte dell’aria ha avuto maniera di depositarsi anche verso i bassi strati, non solo in corrispondenza degli eventi precipitativi. E così quest’oggi sono ben poche le località che hanno raggiunto temperature massime di 15 gradi o più, mentre la scorsa notte alcune zone hanno fatto rilevare temperature persino sottozero, specie laddove la serenità del cielo e la calma di vento hanno incentivato la discesa dei termometri.
Come già anticipato, la guarigione da questa situazione è ancora molto lontana, ed anzi è in vista un week-end che vedrà rinnovarsi nuovamente il minimo barico a tutte le quote nel cuore delle nostre regioni.
La configurazione ciclonica farà qualche passo indietro a tipica evoluzione retrograda, in quanto un nocciolo d’aria fredda ed instabile in quota, al momento posizionato fra Germania sud-occidentale e Svizzera, nel corso delle prossime 24 ore seguirà una traiettoria particolare che lo porterà a fare ingresso verso il Mediterraneo dalla Valle del Rodano, andando a posizionarsi sulla Corsica.
L’evoluzione bloccata è ovviamente da attribuire all’Anticiclone nordico, presente già tra Penisola Scandinava e Russia, e collegato tramite ponte passante sul Regno Unito con l’Alta Pressione oceanica.
Tale presenza non è mai tipicamente portatrice di stabilità sul nostro settore del Mediterraneo, figuriamoci in una situazione come questa che ha visto un profondissimo vortice posizionarsi sul nostro territorio, e che ancora si mantiene in vita forte dell’eccezionalità dell’approfondimento della stessa saccatura artica che ha generato l’attuale vasto lago depressionario.
Certamente, col nuovo ingresso ciclonico non è da attendersi una situazione di portata minimamente paragonabile a quella degli scorsi giorni, quando il minimo barico in lenta evoluzione era alimentato da un canale di correnti gelide discese direttamente dal Polo.
Tuttavia, ritorneranno le piogge più consistenti e meglio distribuite a partire dalla Sardegna e dalle regioni tirreniche, anche se con l’ingresso (tra domani sera e domenica) del nocciolo da -30°C a 500 hPa sulla Corsica piogge potranno tornare non solo sulla Liguria e le pianure a sud del Po, ma persino su Alpi occidentali e buona parte del Piemonte (specialmente il cuneese), per una volta un po’ favorito dal richiamo orientale stretto ad imbuto verso la cerchia alpina di ponente.
La prossima settimana sembra presentare un relativo miglioramento con probabile progressivo incremento termico, ma fino al termine di marzo non si intravedono affermazioni Anticicloniche di rilievo, e nemmeno spazio per le temperature impennate molto in alto durante la prima parte del mese.