Il cut-off depressionario sull’area balcanica prosegue nella sua lenta evoluzione e, seppur rimasto quasi stazionario con il fulcro in prossimità delle coste occidentali del Mar Nero, non risulta più in grado d’influenzare in maniera efficace le nostre estreme regioni meridionali.
Le immagini dal Satellite mostrano solo una certa cumulogenesi relativamente limitata lungo i rilievi montuosi dell’Appennino Meridionale, mentre la nuvolosità più organizzata, direttamente collegata all’azione vorticosa depressionaria, si limita a coinvolgere le zone ad est del Mare Adriatico, al di fuori dei nostri confini.
L’eredità della circolazione fresca settentrionale continua ad insistere sui versanti centro-meridionali adriatici, seppure con temperature ormai in rapida risalita verso i valori medi del periodo.
La differenza termica con le giornate scorse è già molto evidente, ma non va dimenticato che s’è avuta la situazione più fresca da oltre un mese a questa parte, cioè dalla terza decade di giugno a questa parte. L’afflusso d’aria fresca si è maggiormente sentito, ancor più poiché coinciso con quello che solitamente risulta essere il periodo mediamente più caldo dell’anno.
Le temperature sono scese fino a 2-3 gradi al di sotto della media del trentennio ’61-’90, un periodo contenente i dati di stagioni estive generalmente più fresche di quelle a cui ci siamo ormai abituati negli ultimi vent’anni.
La parentesi fresca appare già totalmente archiviata sulle regioni centro-settentrionali e la Sardegna, ove il sole splendente si accompagna a temperature risalite localmente oltre i valori normali. Le punte massime maggiori si stanno raggiungendo su alcune zone interne lontane dal mare, come ad esempio sulla pianura emiliana o sulle aree interne pugliese, con valori fino a 33-34 gradi.
Clima gradevolmente più fresco sui settori costieri, interessati da fresche brezze o le aree orientali esposte alla residua circolazione settentrionale. Le recenti burrasche di vento hanno contribuito a rinfrescare le temperature acque superficiali, soprattutto sui bacini ad est della Penisola.
L’unica eccezione al sole, diffusamente presente su tutto il Centro-Nord, è rappresentata dalla nuvolosità cumuliforme a macchia di leopardo, sviluppatasi sulla cerchia alpina orientale, ma al momento non in grado di causare fenomeni di rilievo a sfondo temporalesco.
Una modesta nuvolosa di tipo medio-basso si evince addossata anche a parte delle aree costiere della Riviera di Ponente, ma questo fenomeno è causato dalle prime correnti del nuovo flusso più umido sud-occidentale di stampo marittimo.
Si tratta d’aria più umida e calda nei bassi strati, messa in circolo dal cavo d’onda depressionario in penetrazione sul territorio francese. A tale cavo ciclonica è collegata una perturbazione, le cui frange nuvolose più avanzate lambiscono già le aree alpine occidentali.
Tale perturbazione è frenata nel movimento verso est del campo altopressorio, la cui parte più solida si trova posizionata sul cuore della Penisola Scandinava. Le correnti instabili oceaniche tracceranno dunque una rotta più meridionale e risulterà inevitabile che vengano a contatto con le nostre regioni, a partire dal Nord, contribuendo a creare le condizioni per la genesi di una moderata instabilità atmosferica.
Nella giornata di domenica s’assisterà al passaggio del modesto cavo d’onda annesso ad aria debolmente più fredda in quota, che determinerà un’ulteriore temporanea flessione dei geopotenziali sul nostro territorio. I temporali, più frequenti nelle ore pomeridiane, si potranno pertanto estendere alle aree interne e montuose del Centro-Sud Peninsulare, ma per l’inizio settimana s’annuncia un nuovo rinforzo barico, che limiterà gli sbuffi instabili alle aree montuose alpine.