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Nucleo fresco sul Basso Adriatico, instabilità al Sud

di Mauro Meloni
28 Ago 2008 - 18:47
in Senza categoria
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Le perturbazioni atlantiche continuano a transitare solo ad alte latitudini, costrette dalla presenza di un vasto Anticiclone sulle zone centro-meridionali europee. Nonostante l'Alta Pressione, dei deboli disturbi ciclonici in quota portano instabilità sulla Penisola Iberica, ma anche su parte delle regioni meridionali del nostro Paese e nazioni dell'Ex Jugoslavia. Copyright Eumetsat 2008.
Nel bel mezzo del vasto campo di Alta Pressione, che ricopre tutto il Mediterraneo e gran parte dei paesi dell’Europa Centro-Meridionale, continua l’azione moderatamente instabile sul nostro Paese di un nocciolo freddo in quota, il quale ha variato di poco la sua posizione rispetto alla giornata di ieri, portandosi sul cuore delle regioni meridionali adriatiche.

Un secondo nucleo d’instabilità si trova posizionato al largo dell’Atlantico Portoghese, isolato anch’esso all’interno dell’Anticiclone delle Azzorre. Ad esso non sono associate perturbazione, ma instabilità che interessa in particolare la Penisola Iberica.

Se si escludono queste piccole zone di disturbo, per trovare le vere perturbazioni atlantiche bisogna salire a latitudini decisamente elevate, al di sopra del 50° parallelo. Lo scorrimento dei fronti perturbati oceanici lambisce appena le Isole Britanniche per poi spingersi verso il Baltico e la Penisola Scandinava.

Approfondendo il quadro meteorologico sulle nostre regioni, l’instabilità continua con vigore sulle regioni meridionali, poiché siamo interessati dal bordo più orientale della fortezza anticiclonica e la goccia fredda sull’Adriatico Meridionale riesce ad essere ringalluzzita da infiltrazioni fresche in quota provenienti dal Nord Europeo.

Si tratta di una circolazione ciclonica in quota piuttosto attiva, con instabilità che non si limita a colpire nelle sole ore più calde del giorno. Tra la notte e le prime ore del mattino alcune nubi temporalesche hanno privilegiato le zone di mare (Basso Tirreno) piuttosto che la terraferma, trascinate dalle correnti sud/occidentali verso le coste settentrionali tirreniche della Calabria.

Attualmente le nubi temporalesche si sono notevolmente sviluppate su tutto l’Appennino Meridionale, sconfinando con frequenza lungo le coste ioniche calabre e sul Golfo di Taranto. In mare aperto giungono tuttavia solo le sommità dei cumulonembi in fase di disfacimento, senza determinare fenomeni di rilievo.

Notevole l’attività elettrica fra l’avellinese ed il potentino, in espansione sul foggiano, mentre focolai temporaleschi interessano anche i rilievi del Basso Lazio e dell’entroterra abruzzese. Dopo alcuni giorni d’intensi temporali, la Sicilia quest’oggi è risparmiata dall’attività instabile.

Sul resto del Paese si fa sentire in maniera più efficace la protezione anticiclonica, anche se non manca una moderata cumulogenesi ad evoluzione diurna a ridosso dei rilievi, compreso l’Arco Alpino. Le temperature si mantengono sostanzialmente simile, con punte non superiori ai 33-34 gradi.

Nei prossimi giorni è attesa un’attenuazione dell’instabilità, grazie al lento trasferimento della circolazione ciclonica in quota verso la Penisola Ellenica. I temporali abbandoneranno man mano la dorsale appenninica, mentre da domenica torneranno a presentarsi con maggior frequenza sui settori alpini occidentali, a causa di infiltrazioni provenienti da sud/ovest. Si tratterà solo di deboli disturbi insignificanti, la lunga mano estiva anticiclonica sembra destinata ad accompagnarci anche per i primi giorni di Settembre.

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