La situazione torna sotto controllo su buona parte del Piemonte, dopo i momenti d’autentica emergenza vissuti ieri, che hanno purtroppo provocato danni e vittime. Le temute onde di piena della scorsa notte dei fiumi Dora Riparia e Po non hanno provocato ulteriori grossi disagi nel tratto torinese.
Il miglioramento delle condizioni meteo nel corso della notte, con piogge meno persistenti, ha favorito il lento ritorno alla normalità o perlomeno alla conclusione della massima emergenza. Analizzando nello specifico l’evento appena accaduto, si possono scoprire alcune peculiarità meteorologiche che possono magari essere sfuggite.
Può apparire strano, ma su tutta la pianura piemontese e lombarda le piogge delle ultime 36/48 ore sono state decisamente inferiori a quelle prospettate dalle proiezioni modellistiche, con accumuli davveri piuttosto irrisori. Sono mancati i temporali da contrasto termico in Val Padana, in parte scoppiati per alcune ore durante la scorsa notte, ma d’entità tutt’altro che rilevante.
Allora da cosa derivano tutti questi danni? Va sottolineato come le piogge d’intensità alluvionale hanno colpito una fascia montuosa relativamente ristretta, per cause prettamente orografiche collegate all’impatto delle correnti di scirocco.
Osservando i dati delle stazioni meteo regionali, si può notare che lo scirocco ha scaricato grandi quantità di pioggia in 12/24 ore solo a quote generalmente superiori ai 1000 metri, per effetto stau. La fascia collinare e di pianura non ha invece risentito fortunatamente di piogge particolari, questo ha consentito di limitare i danni.
Naturalmente tutta l’acqua caduta in un breve lasso di tempo, in alta montagna, ha poi prodotto i relativi inevitabili danni sulle vallate tra torinese ed alto cuneese, già messe a dura da prova da un periodo di piogge notevoli nell’ultimo periodo. La sola vallata che ha avuto grandi piogge anche a quote basse è stata la Val Pellice, per esposizione orografica favorevole, dove c’è stata la disastrosa frana che ha travolto una casa distruggendo una famiglia.
L’area ciclonica, responsabile di questa grave situazione di maltempo, va decisamente attenuandosi anche se, rimanendo centrata fra Mar Ligure e regioni di Nord-Ovest, alimenta una vivace situazione d’instabilità atmosferica un po’ su tutto il Nord, non solo a ridosso della cerchia alpina.
In mattinata i fenomeni temporaleschi più frequenti hanno interessato la Liguria e parte del Cuneese, mentre in queste ore pomeridiane, come facilmente si evince dall’immagine Satellitare, vi sono una serie di celle temporalesche anche su alcuni tratti della pianura piemontese, lombarda ed emiliana. Non possono essere queste le precipitazioni preoccupanti, in quanto generalmente risultano circoscritte e di breve durata.
La zona maggiormente instabile interessa i settori alpini orientali, fra Alto Veneto, Alpi Carniche, Alpi Giulie e Slovenia Occidentale. Rammentiamo che ieri il Nord-Est è stato fra le aree più calde dell’intero Paese, a causa dell’avvezione calda sciroccali. I contrasti si sono fatti dunque maggiormente sentire, con temperature massime calate quest’oggi di circa 3-4 gradi.
Un po’ d’instabilità termoconvettiva interessa anche le aree appenniniche centro-settentrionali, con qualche rovescio localmente temporalesco. Più soleggiato al Sud e sulle Isole, con il caldo che si è attenuato un po’ ovunque e solo in Puglia vi sono ancora picchi termici prossimi ai 30 gradi.
Nel week-end si assisterà ad un ulteriore miglioramento, grazie al consolidamento di un temporaneo promontorio anticiclonico, prima che nuove infiltrazioni oceaniche giungano alle soglie dell’inizio della prossima settimana. L’unico elemento di rilievo del fine settimana sarà rappresentato da una certa instabilità diurna, prevalentemente concentrata lungo i rilievi della cerchia alpina.