Quest’oggi le immagini satellitari mostrano approdare verso l’Italia un vasto sistema nuvoloso che si estende dalla Catena dell’Atlante (Algeria) sino a tutto il Mediterraneo occidentale, raggiunge le regioni occidentali dell’Italia, la Francia orientale, il Mare del Nord ed ancora più a nord, sino all’Islanda.
In apparenza sembra essersi attivato un flusso di correnti atlantiche diretto verso l’Italia, ma non è così:
la perturbazione che vediamo dal Satellite è piuttosto debole, su buona parte del suo settore meridionale genera deboli e sporadici piovaschi, qualche temporale generato dall’instabilità atmosferica. Da giorni nel Mediterraneo occidentale sono presenti le nubi di tal fronte, e le alte temperature misurate sull’area evidenziano la sua matrice africana più che atlantica.
Le analisi al suolo e dei fronti del Met Office, attraverso il modello matematico di analisi e previsione Bracknell, ben ci evidenziano che il fronte che raggiunge le regioni occidentali altro non è che un fronte di confluenza tra i freschi venti Balcani e le miti correnti occidentali: la perturbazione avanza su un’area di alte pressioni e perde intensità.
Nel frattempo, dalla Francia, viene dapprima un fronte freddo di origine atlantica, più attivo alle quote superiori ed un secondo al suolo lo possiamo vedere già prossimo ad agire tra Provenza e regioni nord occidentali. Dal Meteosat vediamo avanzare nubi compatte, mentre al suolo sono in atto precipitazioni.
Nella situazione generale va menzionata la presenza di una forte area di Alta Pressione sulla Russia europea occidentale, mentre nelle regioni orientali del Mar Nero è attivo un centro di Bassa Pressione.
Nei prossimi giorni, l’Alta Pressione in Russia tenderà a persistere, ed in Italia si attiveranno correnti meridionali che tenderanno a confluire con modestissime infiltrazioni di aria atlantica, ciò darà origine a deboli fronti di instabilità atmosferica, ben differenti da una reale influenza di correnti atlantiche.
Vorrei sottolineare come ancora sia poco attivo il flusso di correnti atlantiche sull’Europa, e l’assenza di prospettive di tempo diffusamente piovoso tipico della seconda quindicina di ottobre.