CICLONE ATLANTICO fa il buono ed il cattivo tempo Un’ampia ferita perturbata ingloba ormai gran parte dell’Europa: il ciclone extratropicale, giunto sulle coste francesi atlantiche, è il padrone assoluto dell’impianto barico continentale, presentandosi ancora particolarmente attivo. Aria fredda in quota discende lungo il bordo occidentale della saccatura ed è chiaramente individuabile all’interno di quella zona dove si vedono attecchire le tipiche nubi a nido d’ape, mentre un respiro ben più tiepido sub-tropicale risale sul ramo ascendente della saccatura coinvolgendo parte dell’Europa Orientale e la Russia.
L’inverno sembra essersi improvvisamente allontanato dopo le ripetute zampate a cui abbiamo assistito nella seconda parte di ottobre. Eppure questa fase complessivamente mite non ha nessun significato su quello che sarà l’esordio invernale stagionale, per il quale ormai mancano davvero poche settimane. La Scandinavia, ai margini dell’influenza ciclonica continentale, risente di un afflusso d’aria artica, che determina clima gelido soprattutto alle latitudini della Lapponia.
Non è invece certo immune dal maltempo il bacino centro-occidentale del Mediterraneo, che si trova pienamente coinvolto dal passaggio della corrente a getto e da una linea di confluenza fra l’aria mite d’estrazione afromediterranea e quella più fredda nord-atlantica che sfocia attraverso la Penisola Iberica. Una lunga scia frontale perturbata si protende dalle Baleari verso il medio versante tirrenico passando per la Sardegna, entro il quale si rigenerano ammassi nuvolosi spesso temporaleschi.
La Campania ed il Basso Lazio sono fra le aree più penalizzate dai temporali e dalle piogge incessanti, tanto che sul salernitano si segnalano esondazioni di alcuni corsi d’acqua, compreso il fiume Sarno, con timori elevati in caso di precipitazioni piuttosto abbondanti. Episodi di notevole maltempo non hanno evitato nemmeno altre zone tirreniche, il Levante Ligure ed il Triveneto, investito più direttamente dalle umide correnti sud/occidentali. La contemporanea presenza d’aria fredda in quota e l’intensità delle precipitazioni hanno peraltro favorito, specie al mattino, la caduta di neve fino a quote relativamente basse sul comparto alpino orientale: i fiocchi si sono infatti a tratti palesati fino a quote attorno ai 700 metri, coinvolgendo il tarvisiano.