Situazione di stallo: tarda a guarire il malanno che affligge il cuore del Mediterraneo, per la presenza di una circolazione di bassa pressione. La spirale perturbata ha perso d’intensità, ricordiamo d’altronde che vaga solitaria in modo autonomo, sormontata da un corridoio d’alta pressione che tenta di abbassarsi di latitudine, per il momento senza successo.
Nel suo vagare, il perno del vortice perturbato è addirittura indietreggiato un po’ verso ovest e questo evidenzia chiaramente quanto le resistenze della circolazione retrograda, in scorrimento da est verso ovest sul bordo periferico dell’alta pressione, abbiano impedito qualsiasi sbocco verso levante di tutto il sistema perturbato, come di norma avviene alle nostre latitudini.
L’arretramento verso ovest del sistema ciclonico ha fatto attenuare un po’ i toni perturbati e contemporaneamente strozzato l’entrata del freddo dai Balcani. Si è così gradualmente attenuata la Bora su Trieste, che ancora in mattinata ha quasi toccato i 100 km/h, ma per effetto dell’afflusso freddo precedente si sono avute ulteriori nevicate fino in pianura soprattutto in Emilia Romagna e parte del Veneto, ma con accumuli scarsi che al piano hanno faticato ad attecchire sulle aree non innevate.
Il richiamo più mite ed umido, in risalita dall’Adriatico, ha favorito il passaggio da neve a pioggia su tutte le pianure del Nord e ora la neve a quote basse resiste solo sul Basso Piemonte. Cos’è accaduto sul resto d’Italia? Neve a quote localmente collinari tra Toscana e Marche, mentre in giornata si è formato qualche temporale isolato sull’entroterra del Sud e della Sardegna: temporali nati col piccolo contributo del calore diurno, anche questo uno dei primi segnali che la stagione primaverile incombe vicina.