Zoppica vistosamente l’anticiclone, ma non abbastanza da cadere in modo rovinoso: di questa relativa debolezza non è in grado d’approfittarne il flusso atlantico, il quale prosegue per la sua strada ad alte latitudini coinvolgendo in parte la Gran Bretagna e la Penisola Scandinava. Nemmeno la polveriera instabile afromediterranea appare in grado di martellare l’anticiclone: l’ammasso nuvoloso risalito dall’Algeria e dalla Tunisia lambisce le due Isole Maggiori, ma non è in grado d’andare oltre a causa del dominio anticiclonico.
Il mulinello depressionario sul Nord Africa agisce per conto suo (vortice chiuso) e pertanto risulta stretto nella morsa dell’anticiclone, il cui corridoio si estende dall’Atlantico fino alla Russia. Le zone centro-orientali del Continente Europeo si confermano le più calde: punte di 29-30 gradi si sono misurate nelle ore pomeridiane in Germania, Bielorussia, Romania, Ungheria, Bosnia ed Ucraina.
Nemmeno l’Italia è ben protetta dall’alta pressione, ma anzi vi è l’insidia derivante dal fronte africano, le cui nubi più avanzate giungono a lambire le due Isole Maggiori, senza tuttavia essere riuscite a progredire nelle ultime 24 ore. Vivace sviluppo pomeridiano di nubi cumuliformi sulle aree montuose: i maggiori temporali hanno interessato soprattutto l’Appennino centro settentrionale, dalle interne liguri fino all’Abruzzo, con parziale sconfinamento verso le coste marchigiane. Altre celle temporalesche sui settori alpini orientali, ma molto più localizzate.