L’inverno ha deciso di calare il suo sferzante attacco quando ormai siamo in procinto di iniziare la terza decade del mese di marzo, con una primavera già ben avviata da tempo.
La stagione fredda finora non aveva degnato di un solo segno della sua presenza. Le cause sono ben note a tutti, ma in particolare sono mancati gli scambi meridiani accentuati che consentono alle correnti polari di giungere fino alle nostre latitudini.
E dunque solo ora, all’alba della primavera astronomica, assistiamo all’enorme sprofondamento di una saccatura colma d’aria davvero rigida polare originaria di latitudini molto alte (direttamente dalla Groenlandia), con le prime masse d’aria progressivamente più fredda che, sfociando dalla Valle del Rodano, stanno favorendo l’intensificazione di un formidabile minimo depressionario nei bassi strati sul nord-ovest italiano, pari ad appena 982 hPa sul livello del mare.
Si tratta di un minimo secondario rispetto al perno principale dell’intera saccatura, posizionato a tutte le quote nelle nazioni Scandinave. Tuttavia il minimo italico assumerà notevole importanza, con un nocciolo ciclonico che si rafforzerà pure alle quote atmosferiche medio-alte nelle prossime ore, determinando un’ulteriore caduta dei geopotenziali verso livelli estremamente notevoli.
L’immagine Satellitare delle ultime ore è estremamente spettacolare e fornisce in maniera assai chiara il vasto corridoio di correnti polari che stanno colpendo l’intera Europa centro-occidentale, e man mano in penetrazione sempre più a sud. Infatti, laddove è in azione la discesa artica si evidenziano le cosiddette nubi a ciottolato molto bianche e brillanti, sintomo dell’aria estremamente fredda ed instabile in quota.
L’afflusso d’aria fredda sull’Italia fatica un po’ a superare l’Arco Alpino ove ha impattato, eccezion fatta per il settore centro-orientale ove lo sfondamento d’aria fredda accompagnato da precipitazioni sta favorendo cospicue nevicate a quote sempre più basse, anche ormai collinari sull’Alto Adige e l’alto Veneto.
Va comunque sottolineato che la parte più cospicua dell’aria gelida è presente alle quote superiori dell’atmosfera, cioè oltre i 5000 metri d’altezza. A queste altezze ovviamente l’Arco Alpino non costituisce riparo, e dunque al momento l’isoterma di -35 sta rapidamente superando le Alpi occidentali. La presenza d’aria così fredda a questi livelli, unita all’intensificazione della ciclogenesi in loco, sta favorendo temporali tra basso Piemonte ed Alpi Marittime.
Con molta più facilità, l’irruzione massiccia fredda alle quote medio-basse si propone dalla Valle del Rodano e sta già in parte raggiungendo la Corsica e la Sardegna, ove con i primi rovesci frontali le temperature nel corso del pomeriggio hanno fatto registrare un primo drastico calo, con le nevicate oltre i 1000 metri.
Le regioni meridionali ed i versanti Adriatici sono ancora in attesa, e hanno risentito del richiamo tiepido pre-frontali con punte massime intorno ai 20 gradi su Puglia e Sicilia, mentre Pescara ha avuto 22 gradi grazie alla posizione orografica che la rende soggetta all’effetto favonico delle correnti occidentali in discesa dall’Appennino. Lo stesso capoluogo abruzzese è stata fra le zone più calda della scorsa notte, con temperatura non scesa sotto i 15 gradi.
Questo scenario fantastico in corso ed in ulteriore intensificazione nelle prossime ore è di enorme rilevanza ed impatto, rafforza tutte le tesi sull’estremizzazione di eventi climatici in corso e soprattutto in maniera assai marcata con anomalie fuori stagione, ma allo stesso tempo ci riappropria del grande fascino ed emozione che solo determinate situazioni possono determinare.