Anche la perturbazione Africana, non ricevendo alcun genere di alimentazione se non quella proveniente dalle tiepide acque del Mediterraneo, si vede costretta a rifiatare. Sta abbandonando la scena e sapete da cosa ce ne accorgiamo? Guardate l’immagine satellitare. Cosa notate? Sicuramente, paragonando la foto con le precedenti, vediamo come i temporali stiano diminuendo di numero ed estensione. Forse ricorderete che ieri, ed ancor più avantieri, imponenti celle vagavano tra i Canali Insulari ed il Mar Libico. Alcune riuscirono ad espandersi verso la Sicilia, provocando la caduta di qualche acquazzone.
Qualche nucleo temporalesco è ancora in vita ed è persino riuscito a propagarsi sulla parte sud orientale della Sicilia durante la notte. Ora, tuttavia, le piogge son cessate e nelle prossime ore potrebbero riproporsi tra il Siracusano, il Ragusano e il Reggino. Non va esclusa la possibilità che possano assumere occasionalmente forma di rovescio o temporale, ma la probabilità di fenomeni intensi calerà vistosamente.
Parziali annuvolamenti potrebbero insistere su alcuni tratti della Sardegna, ma sarà davvero difficile che possano produrre delle piogge. Piogge che altrove saranno null’altro che una chimera. L’Anticiclone, col suo carico di sole e nebbie, sta abbracciando mezza Europa. E’ bene sottolineare che alcuni Paesi Europei, la Germania piuttosto che la Svizzera o l’Austria, stanno vivendo uno degli Autunni più caldi e secchi di sempre. Ora vi chiediamo. Non è un segno inequivocabile dei cambiamenti climatici? Poi, che si tratti di una fase ciclica o effettivamente sia causa del riscaldamento globale, non possiamo saperlo. Quel che sappiamo è che negli ultimi decenni gli estremi climatici sono divenuti sempre più frequenti.
Dicevamo dell’Anticiclone. Ovviamente continuerà a tenerci compagnia, tant’è che sulle grandi pianure del Nord, in qualche tratto costiero e nelle valli appenniniche continuano a formarsi fitti banchi di nebbia. Oltre alle nebbie, giusto dirlo, localmente sono presenti nubi di tipo basso o qualche foschia. Un esempio su tutti: la Puglia.
Nel frattempo le notti continuano ad esser fredde, tant’è che le minime sono calate anche al Sud e nelle Isole. Sicuramente ha influito la pulizia dei cieli, che rammentiamo favoriscono la perdita del calore che il suolo accumula durante il giorno. Calore che viene rispedito in atmosfera e l’aria fredda – più densa e pesante – si adagia al suolo determinando quel fenomeno che in gergo prende il nome di inversione termica. Da qui, poi, possono trarre origine le nebbie.
Dando uno sguardo alle temperature, Bolzano continua ad avere lo scettro della città più fredda d’Italia con minime che scendono oltre i 3 gradi sottozero. Ma possiamo menzionare Arezzo, Perugia, Firenze, Pisa, Verona, Milano, Brescia, Torino. Tutte città che hanno avuto minime negative e conseguentemente deboli gelate.