E’ interessante evidenziare come l’Europa centro settentrionale sia condizionata, pesantemente, da un’area di Bassa Pressione con minimo a ridosso dell’Irlanda. Le perturbazioni, quindi i sistemi nuvolosi e le piogge, si muovono rapide verso est e lambiscono appena le Alpi. Si tratta di una leggera influenza, quanto basta però a far sì che continuino a svilupparsi un bel numero di celle temporalesche.
Ieri pomeriggio si sono registrati alcuni temporali anche sulla dorsale appenninica centro meridionale, dove evidentemente persistevano strascichi instabili. Rammentiamo che gli scorsi giorni, venti da nord – di Maestrale o Tramontana a seconda dei mari – hanno stemperato il clima e provocato una leggera destabilizzazione atmosferica, ma nel contempo hanno dato non pochi grattacapi per chi si è visto costretto ad avere a che fare con gli incendi.
Ora quei venti non ci sono più, al loro posto stanno per giungere l’alito rovente dell’Africa e il pulviscolo Sahariano. Avremo modo, più tardi, di mostrarvi le polveri del deserto invadere i cieli d’Italia. Si comincierà dalla Sardegna, si proseguirà con la Sicilia e le regioni centro meridionali. Un segnale poco incoraggiante, che conferma – semmai ce ne fosse bisogno – che sta iniziando l’ennesima offensiva del temibile Anticiclone.
Le temperature, che già ieri registravano punte elevatissime per via dell’umidità, registreranno un ulteriore rialzo. Si dovrebbero superare facilmente i 35°C nella piana emiliano-romagnola, nelle valli interne delle centrali tirreniche – compresa la zona della Capitale – al sud e nelle isole. I valori percepiti, proprio perché il clima sta diventando afoso, supereranno localmente i 40°C e il disagio fisico non tarderà a manifestarsi.
Per quel che concerne le precipitazioni, già in atto lungo i confini alto atesini, continueranno ad interessare l’arco alpino. Si tratterà di fenomeni temporaleschi, che si svilupperanno dal tardo pomeriggio e che si manifesteranno soprattutto in Valtellina, sul Trentino Alto Adige – dove andranno a sfociare facilmente nelle valli – e sulle Alpi Venete. La probabilità di eventuali coinvolgimenti delle zone pianeggianti è piuttosto blanda, ma qualora dovessero riuscire ad estendersi sulla pedemontana, non è del tutto esclusa.