I temporali. E’ questo l’elemento di maggior discussione degli ultimi giorni. Anche ieri, nel pomeriggio, abbiam visto accrescersi nubi torve, scure, minacciose. Più in Appennino che sulle Alpi, più al Centro Sud che nel Nord Italia. Perché? Perché gli spifferi d’aria fresca hanno percorso una strada meno insidiosa, un tracciato ove l’Anticiclone non è riuscito nell’intento d’invadere entrambe le corsie. Nuvole che, spesso, hanno posto le ruote in cunetta, sconfinando così ben oltre i rilievi. Qualcuno è riuscito a giungere sulle coste, anche se in maniera isolata. Purtroppo v’è stata una vittima, un agricoltore campano, colpito da un fulmine mentre cercava riparo nel casolare. E’ accaduto in Irpinia, ove si stava abbattendo un autentico nubifragio.
Il pericolo che vien dal cielo, in simili circostanze, è enorme, ed ogni hanno sono numerose le vittime dei fulmini. Un fenomeno imprevedibile, non si sa dove e in che momento colpirà. Possiamo mettervi in guardia, dirvi che c’è un rischio temporalesco, ma poi i fulmini fanno un po’ come vogliono e non ci è dato prevederli. Accade così di trovarsi impreparati.
Temporali, quindi. L’aria più fresca, o meno calda se preferite, ha innescato quei vivaci contrasti termici che azionano gli spostamenti verticali delle sacche d’aria rovente. Salendo in quota si raffreddano, condensano ed ecco formarsi le nubi torreggianti, cumuliformi, a forma d’incudine. Nel loro interno particelle di ghiaccio, che precipitano al suolo con violenza, talvolta in forma d’autentico nubifragio. Spesso, se le condizioni lo consentono, non fanno neppure in tempo a sciogliersi e giungono così come sono, in forma di grandine.
Anche oggi, nonostante l’Anticiclone stia nuovamente pigiando sull’acceleratore, l’atmosfera pomeridiana resterà instabile. Al Centro, al Nord, di più al Sud. Già ora, da poco passata l’alba, segnalati alcuni rovesci tra il Milanese e il Novarese, mentre alcuni temporali stanno interessando il Tirreno sud occidentale. Nelle ore più calde l’Appennino meridionale, così come accadeva ieri, sarà l’area peninsulare più bersagliata degli episodi instabili. Ve ne saranno tanti, persistenti e consistenti e capaci di propagarsi anche alle coste. Dalla Campania alla Calabria, passando per la Basilicata e la Puglia. Consigliamo quindi prudenza, soprattutto a coloro che per vari motivi dovranno restare all’aria aperta nelle ore di maggior rischio.
Procedendo a Nord, altre celle dovrebbero formarsi in Molise, in Abruzzo e in forma più isolata nelle Marche, sul Lazio, in Umbria e Toscana. S’arriva così all’Appennino settentrionale ed anche qui c’è il rischio di manifestazioni temporalesche. Meno vivaci, sì, ma pur sempre menzionabili. In Emilia, ma anche in Liguria. Sulle Alpi, poi, rispetto a ieri ci sarà una maggiore vigoria nuvolosa, che darà luogo a precipitazioni diurne in particolare sul Piemonte – ove tra l’altro verso sera pare probabile lo sconfinamento sino al piano – in Valle d’Aosta, Alto Adige e alto Veneto. Infine, qualche temporale dovrebbe coinvolgere le zone montagnose della Sicilia settentrionale.
Concludiamo con uno sguardo alle temperature. E’ vero, fa meno caldo della scorsa settimana e c’è meno umidità. Però, è innegabile, le massime fanno registrare comunque dei valori di tutto rispetto. Anche ieri si è raggiunta la soglia dei 37°C nella Sardegna meridionale, a seguire – con temperature comprese tra i 35 e i 34°C – il Foggiano e le valli interne delle Centrali tirreniche.
Oggi è probabile che si abbia un lieve rialzo. Le aree sud occidentali sarde dovrebbero registrare i valori maggiori, replicando i picchi di ieri. Farà più caldo anche in Val Padana e in particolare in Emilia Romagna, basso Veneto e piana Lombarda sud orientale. In questo caso la colonnina di mercurio potrebbe raggiungere i 33/34 gradi. Con umidità relativa in accentuazione. Sul resto del Paese massime comprese tra i 31/32°C e i 34/35°C. Leggermente più fresco nel versante adriatico con la sola esclusione della Puglia, più calde le aree tirreniche e la Sicilia.