Il promontorio di alta pressione subtropicale, la cui azione sul centro del Mediterraneo si protrae ormai da inizio settimana, sta raggiungendo la sua massima fase espansiva pilotando aria sempre più rovente, risucchiata dall’entroterra nord-africano. La campana anticiclonica tiene lontano il flusso perturbato oceanico, in scorrimento ad alte latitudini, ma la confluenza di masse d’aria diverse apporta frequenti temporali anche sulle nazioni dell’Europa Centro-Occidentale.
La situazione di blocco sta favorendo ormai da diversi giorni un festival di temporali sui settori centrali europei. La causa di queste forti condizioni d’instabilità va ricercata nel costante scontro fra le masse d’aria d’estrazione nord-africana e quelle oceaniche. Tale situazione ha inevitabilmente causato ricorrenti situazioni temporalesche, dietro le quali si sono celati anche fenomeni del tutto estremi. Non sono solamente le grandinate o i colpi di vento prodotti dai temporali a fare notizia, ma persino un tornado che ha interessato giovedì la zona di Schwerin nello Stato di Meclemburgo, sul nord della Germania.
Nella giornata odierna grosse celle temporalesche si sono intanto fatte strada dal Golfo di Biscaglia verso le coste francesi. Il contrasto tra le masse d’aria di caratteristiche diverse (quelle nord-atlantiche e quelle in risalita dalla bollente Africa) sta proseguendo a dare i suoi effetti e in queste ore più calde diversi nuclei convettivi si sono formati anche sull’entroterra francese. Prevale un contesto d’instabilità anche sulla Penisola Iberica, per l’influenza di un vortice freddo in quota, in fase d’isolamento sulle coste portoghesi.
L’Italia è invece pienamente avvolta dal cuneo anticiclonico, i cui geopotenziali così elevati tendono per forza di cose ad inibire l’instabilità. Qualche stratificazione nuvolosa di tipo alto e sottile riesce a bucare l’alta pressione e transita sul Centro-Nord, ma senza di certo riuscire a limitare il soleggiamento. Solo i settori alpini risentono di un po’ d’instabilità con locali situazioni temporaleschi: ieri sono stati più interessati i settori orientali, mentre quest’oggi appare più coinvolta l’area dell’Alto Piemonte e del Canton Ticino. Una piccola cella temporalesca si è poi formata in Sardegna sul Gennargentu, generata dall’intensissimo calore diurno che ha avvolto le zone interne dell’Isola.
L’afa ed il caldo sono gli elementi predominanti dello scenario meteo un po’ su tutto il Paese, benché le coste risentano del refrigerio apportato dalle fresche brezze di mare. L’ondata di calore ha ormai raggiunto il top e ormai vi sono validi motivi per sostenere che sta localmente rivelando carattere d’eccezionalità per il mese di Maggio, non solo per la persistenza ma anche oramai per l’entità. D’altronde parlano i numeri e vi sono già i primi record assoluti mensili ad evidenziare la consistenza dell’evento in corso: la temperatura massima di ieri a Rimini (+33,4°C) e quella odierna toccata ad Alghero (circa 37°C) hanno stracciato i precedenti record, peraltro stabiliti in annate recenti (rispettivamente nel 2001 e nel 2007), a conferma di come ormai il mese di Maggio stia mostrando in misura più ricorrente il lato estremo delle precoci ondate violente di caldo estivo.
Quando dobbiamo attenderci un cambiamento? Le emissioni modellistiche degli ultimi giorni hanno sempre un po’ rinviato il momento dell’attesa svolta meteo. In base alle ultime elaborazioni, solo mercoledì l’alta pressione a matrice afro-mediterranea tenderà a lasciare il campo alle dirompenti correnti più fresche ed instabili nord-atlantiche, ma con effetti ancora incerti in termini di consistenza e durata. Ad inizio settimana si potranno sicuramente ricavare idee più chiare sull’evoluzione più precisa del meteo di fine Maggio.