La seconda decade di marzo, quella che ci accompagnerà alle soglie dell’inizio astronomico della stagione primaverile, ha esordito con condizioni meteorologiche piuttosto sfavorevoli, dovute al rapido passaggio di una perturbazione lungo tutte le regioni dello Stivale.
I primi dieci giorni del mese sono stati dominati da uno scenario prevalentemente perturbato, dovuto alla lunga persistenza dell’area ciclonica durante la scorsa settimana. Il ritorno delle piogge, localmente abbondanti, è avvenuto in un contesto termico mediamente mite, nonostante alcune limitate zone (soprattutto Emilia e Sardegna) abbiano avuto temperature più basse con nevicate a quote basse.
La parentesi di tempo spiccatamente variabile ed instabile sta proseguendo in quest’inizio settimana in seno al flusso atlantico, penetrato con decisione fin sulle nostre regioni ove sta trascinando una veloce perturbazione, ma che appare destinato nuovamente ad assumere un ruolo da comprimario nel corso della settimana.
Le regioni nord-orientali e tutto il Centro-Sud hanno avuto un inizio giornata instabile, a tratti perturbato, con precipitazioni diffuse, localmente anche temporalesche. In queste ore gran parte dei settori del medio-alto tirreno, al seguito del passaggio frontale, stanno godendo di modeste aperture del cielo, con significativa attenuazione della fenomenologia, ma qualche temporale sta interessando le zone interne appenniniche.
Vale lo stesso discorso per il Triveneto, ove residue precipitazioni insistono solamente sul Friuli. Qualche residua precipitazione viene segnalata anche sulla Romagna, mentre sulle rimanenti zone avanzano schiarite sempre più ampie.
Cieli del tutto sgombri da nubi sulla Val Padana occidentale, ove l’ingresso di venti di foehn sta facilitando un incremento termico sullo sbocco delle principali valli alpine, ma anche fra la pianura piemontese e lombarda, con picchi termici in queste ore attorno ai 16-17 gradi. Clima decisamente mite anche sulla Riviera Ligure, ove si sono raggiunti i 18 gradi.
Risulta molto interessante osservare, dall’immagine Satellitare in alto, il muro dello stau lungo le zone alpine centro-occidentali: una compatta nuvolosità risulta infatti ammassata soprattutto sui versanti esteri, ma sconfina anche verso le nostre Alpi Valdostane, in parte quelle Piemontesi esposte al flusso nord-occidentale. Non giungono oltre gli ammassi nuvolosi, che anzi si dissolvono per l’azione opposta dovuta alle correnti di foehn, discendenti dall’Arco Alpino verso la Val Padana.
Il passaggio perturbato è seguito da un vivace flusso di correnti nord-occidentali, più sostenute lungo i settori tirrenici e le Isole Maggiori, ove entrano maggiormente con veemenza direttamente dalla Valle del Rodano. Il maestrale in Sardegna, con raffiche prossime ai 100 km/h in alcune zone esposte, ha spazzato piuttosto rapidamente la nuvolosità ed i fenomeni fin dalla mattinata.
La notevole intensità dei venti deriva dal gradiente barico, il quale risulta particolarmente accentuato in queste ore fra l’Italia ed il Mediterraneo Occidentale, poiché tra Penisola Iberica ed Isole Baleari è spuntata fuori una gobba anticiclonica di matrice sub-tropicale oceanica, la quale tende gradualmente ad avanzare verso est.
Sarà proprio questa figura anticiclonica a restituire condizioni meteorologiche più clementi nel corso dei prossimi giorni fino attorno al fine settimana, con temperature che mostreranno nuovamente un deciso anticipo primaverile.
Il campo di Alta Pressione non risulterà piuttosto incisivo in quota, ove avremo un sostenuto scorrimento del flusso semi-zonale mite oceaniche: in tal modo debolissime ondulazioni accompagneranno il passaggio, a tratti, di nuvolosità frastagliata insignificante su gran parte delle nostre regioni, mentre le perturbazioni atlantiche più decise saranno confinate non oltre la barriera alpina.