L’estate non riesce a decollare (dal punto di vista meteorologico, la nuova stagione ha esordito Domenica 1 Giugno), nonostante la parentesi molto calda della fase finale di Maggio, essenzialmente dovuta ad una configurazione barica congeniale alla genesi di un promontorio altopressorio di matrice sub-tropicale
L’evento caldo, per quanto eccezionale, si è rivelato del tutto transitorio. L’instabilità è invece la protagonista assoluta di questa settimana: la principale causa è da ricercare nel costante flusso occidentale relativamente fresco, guidato da una cellula depressionaria, posta fra Islanda ed Isole Britanniche.
Queste correnti penetrano con facilità sul cuore centro-occidentale del Mar Mediterraneo, binario preferenziale creatosi per il tragitto di modeste onde depressionarie a carattere secondario, le quali trascinano aria piuttosto fredda in quota, facilitando il contrasto con le masse d’aria presenti nei bassi strati in prossimità del suolo.
Tale contrasto risulta più energico nelle ore più calde della giornata, quando l’azione del riscaldamento solare nei bassi strati diviene massimale; da questa situazione ne deriva la vivace attività temporalesca, peraltro relegata non solo nelle ore diurne a causa della notevole incidenza instabile di questa circolazione atlantica.
L’attuale disposizione barica nello scacchiere europeo rende momentaneamente problematica una rottura tale da guarire la lacuna ciclonica sul Mediterraneo. In primo luogo, l’Alta Pressione delle Azzorre resta arretrata verso ovest, seppure riesce almeno a lambire la Penisola Iberica, a differenza di quanto accadeva nell’ultima decade di Maggio, periodo propizio agli affondi depressionari nel cuore dell’Iberia.
In secondo luogo, non meno importante risulta essere la struttura stabilizzante di blocco presente sull’Europa Centro-Settentrionale, col cuore centrale a protezione della Penisola Scandinava. Questo Anticiclone, ben strutturato a tutte le quote, impedisce il travaso delle correnti atlantiche a medie-alte latitudini europee, le quali si trovano pertanto costrette a trovare come unica via di sfogo il bacino centro-occidentale del Mediterraneo.
La carta allegata all’articolo ben mostra questo scenario, facendo riferimento all’analisi dei geopotenziali alla quota di 500 hPa (oltre 5500 metri d’altezza nella libera atmosfera): la nostra Penisola risulta attualmente sede di una “goccia fredda”, centrata tra Corsica e Toscana, figlia della depressione più profonda centrata sulla Gran Bretagna.
Questa circolazione d’aria molto fresca ed instabile alimenta un’instabilità piuttosto diffusa, più consistente sul Settentrione e lungo i versanti del medio-alto Tirreno, ove le precipitazioni sono localmente presenti fin dal primo mattino, localmente anche a carattere temporalesco.
In queste ore pomeridiane, il cuore centro-settentrionale dell’Appennino è bersagliato da temporali ulteriormente alimentati dall’energia termo-convettiva. Le celle temporalesche più rilevanti sono distribuite tra il senese, l’Umbria, il viterbese ed il reatino.
Le regioni meridionali risultano più al riparo da quest’intrusione instabile, anche se non mancano le nubi, collegate al transito di ammassi nuvolosi medio-alti provenienti dalla Tunisia. Una cella temporalesca di tipo marittimo si è inoltre sviluppata a ridosso delle coste meridionali della Campania.
L’evoluzione resta piuttosto incerta, da seguire passo passo: nella giornata di domani la goccia fredda raggiungerà le aree costiere del medio-basso versante adriatico, permettendo una maggiore estensione dell’instabilità anche in direzione delle zone interne ed appenniniche più meridionali. Continuerà nel contempo l’alimentazione d’aria fresca ed instabile dalla Francia, con un nuovo nocciolo ciclonico, atteso in moto per il week-end, a ridosso dei bacini occidentali del nostro Paese.