Le maglie perturbate di una vasta saccatura, con perno centrato tra Islanda ed Isole Britanniche, si sono estese verso est, raggiungendo con una prima perturbazione parte dei settori centrali europei e rubando così terreno al promontorio anticiclonico, che era risalito in precedenza. La cupola d’alta pressione si è così dovuta abbassare di latitudine, perdendo qualche colpo anche sul Mediterraneo Centrale: ne sono una dimostrazione le nubi di origine nord-africana che, seppure sostanzialmente innocue, si sono fatte strada verso la Sardegna e le regioni centrali, sospinte da infiltrazioni instabili in quota.
Un nuovo impulso perturbato avanza già verso il Regno Unito e la Bretagna e seguirà la traccia del precedente, andando a rafforzare l’impronta delle correnti atlantiche sul cuore dell’Europa. L’intrusione dell’aria più fresca è andata a contrastare con l’aria più calda afromediterranea proprio in corrispondenza dell’Arco Alpino, dove si è così generato terreno molto fertile per la nascita di celle temporalesche. L’orografia ha ulteriormente aiutato lo sviluppo convettivo, che appare molto vivace anche in queste ore serali.
Il fronte temporalesco è sconfinato anche sui versanti montuosi italiani, interessando dapprima la Valle d’Aosta e l’Alto Piemonte, ma nel corso del pomeriggio i temporali hanno traboccato sull’Alta Lombardia, da ovest verso est, interessando con alcuni acquazzoni molto forti la Valtellina e l’Alto Bergamasco. Il fronte temporalesco, procedendo sulla spinta di correnti da ovest-sud/ovest a curvatura ciclonica, si è rapidamente propagato all’Alto Adige. Non ci sono stati sconfinamenti dei fenomeni in Val Padana, dove è giunta un po’ di nuvolaglia innocua che ha interessato anche le regioni centrali e la Sardegna.