Il progressivo cedimento del bordo occidentale della campana altopressoria, ancora strutturata sul bacino centrale del Mediterraneo, spalanca le porte al cambiamento che sopraggiunge con impeto da ovest. Correnti più instabili scorrono su alcune regioni della nostra Penisola, sospingendo ammassi nuvolosi di tipo medio-alto.
All’interno di queste stratificazioni, che interessano buona parte del Nord, i versanti centro-settentrionali e la Sardegna, non mancano delle formazioni cumuliformi a base alta, affogate nella coltre nuvolosa stratiforme.
Tale copertura nuvolosa è pertanto in grado di dar luogo a qualche piovasco o rovescio, peraltro intriso di pulviscolo sahariano, visto il concomitante flusso di correnti in quota d’estrazione algero-marocchina.
Correnti meridionali che mantengono il clima molto caldo, anche laddove è presente la nuvolosità a far da schermo ai raggi solari, come ad esempio in Sardegna, ove le massime hanno raggiunto frequenti picchi superiori ai 35 gradi.
In queste ore pomeridiane si osservano inoltre degli isolati focolai temporaleschi in transito sui confini alpini, specie lungo la Val d’Aosta. Un ammasso nuvoloso temporalesco si è inoltre generato sull’Appennino Abruzzese, sintomo delle infiltrazioni d’aria più instabile che precedono l’avvicinamento sul Mediterraneo degli impulsi perturbati più seri d’origine atlantica.
Sulla parte occidentale del Continente si nota la disposizione di una struttura nuvolosa allungata a carattere frontale, seguita da nuvolosità a ciottolato sull’Oceano che segna l’avanguardia di un’irruzione fredda polare-marittima in discesa verso la Penisola Iberica ed il Golfo di Biscaglia.
Il vortice depressionario, posizionato fra Islanda ed Isole Britanniche, si vedrà costretto a traslocare nel corso della giornata di domani sulla Francia, messo alle strette da una rimonta anticiclonica al largo, in Aperto Atlantico, disposta in obliquo da sud/ovest verso nord-est. L’Anticiclone oceanico andrà ad unirsi con una cellula altopressoria scandinava.
Quest’azione a tenaglia favorirà il brusco peggioramento in ambito mediterraneo, poiché il vortice in isolamento non troverà alternative a quella di tuffarsi nel fine settimana sui nostri mari più settentrionali, sfogando la maggior parte della sua energia sulle nostre regioni, ove si approfondirà una ciclogenesi anche al suolo. La circolazione depressionaria, rallentata vistosamente nell’evoluzione, usufruirà di un’alimentazione di correnti piuttosto fredde continentali.
In considerazione del lungo periodo caldo che si protrae da alcune settimane, non si può naturalmente trascurare la possibilità di fenomeni violenti. Durante la giornata di ieri un insidioso vortice mesociclonico ha portato grandi piogge sulla parte sud-orientale dell’Iberia, zone dal clima semi-arido che hanno subito pesanti allagamenti.