Il freddo dell’Est Europa è sempre più sollecitato a sconfinare verso il Mediterraneo, attraverso un moto retrogrado accentuato dall’ennesima evoluzione di un minimo barico sui nostri mari. Il nuovo mulinello depressionario è nato dall’intrusione di un ammasso nuvoloso sopraggiunto dal Golfo di Biscaglia, sfruttando quel canale lasciato libero dall’anticiclone iberico e dall’alta pressione russa, che non sono riusciti a formare un ponte ben solido.
L’allargamento dell’alta pressione russa verso il Centro Europa ha dato ulteriore manforte a convogliare il lago d’aria molto fredda alle porte dell’Italia, in scorrimento sul bordo meridionale della stessa figura anticiclonica. Si tratta di una tipica azione invernale da manuale, peccato che la penetrazione del gelo non riesca ad andare in porto sul nostro Paese per la contrapposizione dell’alta pressione e del flusso atlantico che non vuol assolutamente abdicare.
L’atteso sussulto invernale per il momento sta iniziando a mostrare le conseguenze più significative ad iniziare dal Triveneto, con un po’ di variabilità generata dal contrasto dettato dall’ingresso dell’aria fredda in quota. Fiocchi di neve fino a quote basse, seppure episodici, sul comparto alpino, ma le temperature stanno rapidamente diminuendo anche nei bassi strati, come conferma Trieste, spazzata dalla Bora, dove la temperatura attuale è prossima ai 2 gradi.
Il sistema perturbato sopraggiunto dalla Francia ha sfiorato anche il Nord-Ovest, con qualche temporale anche forte in Liguria, nello specifico sul savonese. La depressione è poi scivolata verso le due Isole Maggiori, con maggiori effetti in termini di precipitazioni sulla Sardegna, ma il grosso dell’instabilità tenderà a traslare rapidamente tra la Calabria e la Sicilia.