Le temperature rilevate nelle ultime ore su alcune zone del Nord danno l’idea di un’autentica esplosione primaverile; i picchi di 22-23 gradi sul Piemonte, al piano, rappresentano infatti valori che superano le medie tipiche del periodo addirittura tra i 10 ed i 15 gradi.
In realtà questi valori così elevati non sono associate ad ondata di caldo propriamente primaverile, ma trovano altre cause, dato che sono direttamente riconducibili alla fase favonica (venti di caduta dalle Alpi) che ha colpito il settentrione nelle ultime 24 ore e che si avvia man mano ad attenuarsi.
Il dislivello barico generatosi fra i due versanti alpini (valori pressori più elevati sullo spartiacque estero) ha infatti creato le premesse per la discesa di correnti settentrionali di foehn. Queste correnti, nella propria azione discendente, subiscono un riscaldamento adiabatico di circa 1°C ogni 100 metri, perdendo contestualmente gran parte dell’umidità relativa.
L’aria, in irruente discesa sui pendii montuosi, si asciuga e si riscalda; peraltro, trattandosi di masse d’aria già in partenza relativamente miti (zero termico in quota giunto fino ad oltre 3500 metri sulle Alpi occidentali), questo fenomeno s’esalta ulteriormente. Così è stato nel pomeriggio-sera di ieri, ma persino nella notte con valori termici davvero da capogiro su molte località poste nelle vallate prealpine, che anche in piena notte sfioravano da più parti i 20 gradi.
Non appena cessa l’effetto foehn, le temperature al contrario calano in maniera robusta riportandosi nella “normalità”, proprio laddove sono aumentate così tanto. La presenza d’aria secca al suolo favorisce la perdita di calore nelle notti serene e senza vento, con la rigenerazione delle forti inversioni termiche alle basse quote. Nelle prossime 24 ore è così atteso un calo dei valori termici al Nord, con la bolla anticiclonica in traslazione verso le coste nord-africane.
Non si può certo negare che le temperature sarebbero comunque ben al di sopra della media, infatti su quasi tutte le restanti regioni d’Italia i valori non sono certo in linea con quelli normalmente attesi in uno fra i periodi più freddi dell’anno, che coincide con gli imminenti “giorni della merla”. Il promontorio anticiclonico, nella sua attuale configurazione, convoglia masse d’aria d’origine afro-mediterranea.
L’analisi delle mappe bariche evidenzia chiaramente la presenza di una bolla calda anticlonica in quota (580 dam all’altezza isobarica di 500 hPa) protesa dalla Francia meridionale verso i settori occidentali peninsulari, Corsica e Sardegna. L’azione di subsidenza della massa d’aria, esercitata dall’Anticiclone, favorisce un conseguente riscaldamento delle masse d’aria fin sui bassi strati.
Non è tutto il Paese a convivere con temperature così fortemente elevate; non si può trascurare come la Penisola si presenti piuttosto allungata, ma anche ampia in larghezza. Così, mentre le temperature sono così alte su parte del Nord, al Sud sono invece decisamente più basse, pur pressoché in linea con i valori medi.
Le estreme zone meridionali, in particolari i versanti affacciati al basso Adriatico ed al Mar Ionio, risentono di correnti settentrionali abbastanza sostenute, collegate ad una discesa fredda artica che, di provenienza scandinava, interessa in maniera più diretta i Balcani.
Tale avvezione fredda lambisce così appena la Puglia in maniera del tutto temporanea, nel corso di domani l’irruzione fredda, ora sulla Penisola Ellenica, proseguirà la sua corsa verso la Turchia ed il Mediterraneo Orientale.
In conclusione, il nostro Paese rimarrà sotto la protezione anticiclonica ancora per svariati giorni, seppure in indebolimento; già da domani inizieranno delle deboli infiltrazioni d’aria più umida e debolmente instabile, di matrice oceanica.