Continua a manifestarsi un’aspra contrapposizione in Europa, se possibile ancor più marcata, fra le aree del Mediterraneo e quelle scandinave. Tutto viene giostrato da un’ampia culla depressionaria che, dalla Penisola Iberica, si è ormai notevolmente avvicinata verso l’Italia. L’ampia circolazione ciclonica ha contribuito ad innescare un’intensa risalita di correnti nord-africane non solo verso l’Italia, ma anche su buona parte dell’Europa Centro-Orientale.
Non vengono toccate dalla circolazione mite le aree settentrionali europee ed anzi è proprio il vortice mediterraneo a richiamare un’ulteriore componente gelida che dall’Artico Russo si è riversata verso la Scandinavia per giungere ancora sulle Isole Britanniche, lambendo appena i settori settentrionali di Francia e Germania, ove possiamo collocare quella linea di demarcazione fra le due differenti masse d’aria. Alle alte latitudini il clima resta dunque perennemente gelido (valori sotto i -20°C anche ad Helsinki, Stoccolma ed Oslo): ciò è ulteriormente aiutato dall’insediamento di una zona anticiclonica per il momento debole.
Una vivace depressione avvolge invece il Mediterraneo Centro-Occidentale ed il peggioramento sull’Italia non è altro che il sintomo evidente dell’avvicinamento a grandi falcate del minimo ciclonico posto ad ovest. Naturalmente sono state le regioni settentrionali a risentire maggiormente delle precipitazioni connesse alla fase perturbata pre-frontale: precipitazioni particolarmente copiose in Liguria, Alto Veneto e Prealpi friulane. Forti apporti d’acqua a valle vengono innescati anche dall’ulteriore salita di quota del livello delle nevicate sulle Alpi.