La prima settimana di Maggio inizia all’insegna della spiccata variabilità, a causa di un nocciolo d’aria fredda in quota piombato verso le Alpi Orientali e le coste dell’alto versante adriatico. Il vigoroso contrasto termico, rispetto alle condizioni pre-esistenti, ha intensificato l’apporto instabile.
Nelle analisi precedente del fine settimana, si era posto l’accento sul progressivo indebolimento della struttura anticiclonica in sede mediterranea e sul contemporaneo spostamento dei massimi barici verso la Danimarca ed il Mare del Nord.
Aria leggermente più fresca ha così iniziato ad affluire dall’Europa nord-orientale, portando lieve instabilità diurna per quanto concerne le zone montuose del Nord. La disposizione barica, rimasta pressoché immutata, ha incentivato il lento moto retrogrado di un più intenso nucleo ciclonico in quota, colmo d’aria fredda.
Il suddetto nucleo ciclonico è così sopraggiunto in queste ore, come ben si palese dalla carta d’analisi in quota, a corredo dell’articolo. L’area depressionaria, ben strutturata in quota, non trova altrettanto corrispondenza al suolo, ove il campo risulta pressoché livellato, su valori ancora medio-alti, poco inferiori ai 1020 hPa.
I massimi barici continuano invece a restare invece posizionati su latitudini più elevate europee: tra il Mare del Nord e la Norvegia meridionale si superano i 1030 hPa. Valori di geopotenziale molto elevati evidenziano come l’Alta Pressione sia ben strutturata anche in quota, a conferma della maggiore stabilità presente su quelle zone.
Lo scenario sull’Italia è invece ben diverso, come già descritto. La perturbazione, legata al vortice d’instabilità, si trova disposta lungo le regioni centrali, dopo aver interessato il Triveneto. Precipitazioni hanno interessato con maggiore continuità le regioni adriatiche ed appenniniche, anche se sono segnalati sconfinamenti sul lato tirrenico, specie nei litorali laziali.
Le prime precipitazioni stanno intanto raggiungendo anche alcune zone del Sud, ad iniziare dai settori più settentrionali di Campania e Puglia. Temporali sono inoltre segnalati sulle zone alpine piemontesi.
A fronte dell’instabilità, non soffiano venti particolarmente sostenuti, proprio per il fatto che la pressione al suolo risulta pressoché livellata: una certa circolazione orientale è penetrata lungo la Val Padana, mentre venti da N/NE si stanno estendendo verso le regioni centrali.
Le temperature massime diurne sono decisamente calate sulle zone maggiormente interessate dai fenomeni, in qualche caso anche di svariati gradi. Valori ben più elevati al Sud, fino a punte di 25-27 gradi sulle Isole Maggiori, valori del tutto simili ai giorni precedenti.
Il Sud e le Isole hanno vissuto una giornata piuttosto simile alle precedenti, senza che nulla facesse presagire l’imminente peggioramento atteso già per le prossime ore sulle zone peninsulari, soprattutto sulla fascia orientale.
La giornata di domani vedrà concentrarsi l’instabilità sulle regioni meridionali, ma localmente ancora sulle catene montuose delle restanti zone. Il vortice ciclonico d’aria fredda in quota proseguirà il suo tragitto, domani, verso il basso versante adriatico, mentre la pressione riprenderà ad aumentare, a partire dalla Regione Alpina, seppure tenderà a prolungarsi una certa componente instabile dai quadranti settentrionali.