L’assalto frontale non ha certo deluso le attese, ormai lo possiamo dire mentre ci avviamo in conclusione d’evento, poiché si conferma l’evoluzione estremamente rapida dell’incursione fredda. La saccatura ha colpito più direttamente l’Europa Centro-Occidentale, ove il bilancio è da autentica invernata, mentre al momento aria più temperata raggiunge le Isole Britanniche e la Francia Occidentale.
Sulle Alpi Bavaresi ed in Austria il manto nevoso ha raggiunto spessori di 20-30 centimetri su località ad altezze superiori ai 2000 metri (picchi di 50 cm sul Zugspitze a quota 2962 metri, in Germania), mentre le minime di questa notte su alcune capitali europee sono precipitate fino a valori vicini agli zero gradi, come dimostrano i 2°C di Stoccolma ed i 3°C di Londra, Parigi e Berlino.
Nel nostro Paese, l’assalto dell’aria più fredda si è concretizzato nel corso della giornata odierna, con tanti eventi che si sono susseguiti: anche se il fronte nuvoloso principale, preceduto da flusso caldo-umido, ha proseguito la sua marcia fin verso le regioni meridionali, altri ammassi nuvolosi di notevole consistenza si sono generati nella fase post-frontale.
Un corpo nuvoloso temporalesco si è infatti sviluppato lungo le zone del Tirreno Centro-Settentrionale, poco al largo della fascia costiera toscana e laziale. Questo ammasso temporalesco, posto in prossimità del transito del minimo di geopotenziale (vortice in quota) connesso alla penetrazione della saccatura a 500 hPa, ha generato marcata instabilità atmosferica.
Tra gli eventi da rimarcare, lo sviluppo di numerose trombe marine al largo delle coste livornesi e del Lazio Centro-Settentrionale (come si riferisce l’immagine in alto allegata all’articolo). In genere questi pericolosi vortici si sono tenuti al largo della terraferma, ma sulla costa livornese una tromba d’aria si è abbattuta nella località di San Vincenzo, causando danni e scoperchiando tetti di abitazioni.
L’altra conseguenza principale, legata al sopraggiungere di tale impulso temporalesco, è stata il precipitoso crollo termico e della quota neve sulle zone appenniniche. La massa d’aria fredda giunta alle altezze superiori dell’atmosfera è stata notevolissima. Se facciamo attenzione al radiosondaggio di Pratica di Mare delle ore 14, si può notare lo zero termico a circa 1800 metri e una temperatura di ben -25,5°C all’altezza geopotenziale di 500 hPa (10 gradi in meno rispetto a ieri).
Non deve dunque sorprendere come, in concomitanza di forti precipitazioni temporalesche, la quota neve, per via del rovesciamento dell’aria fredda verso il basso, sia radicalmente precipitata addirittura attorno ai 1000 metri d’altezza, come è accaduto nelle scorse ore sull’Appennino Laziale.
Il limite della neve è sceso localmente anche al di sotto dei 1000 metri sui valichi settentrionali alpini di confine, ove ancora si trovano addensate delle nubi, ma questo rientrava nelle attese. Temperature diurne molto rigide in montagna, con giornata di ghiaccio sulle località poste dai 2000 metri in su (-1°C su Passo Rolle, -2°C a Paganella fino ai -15°C sul Plateau Rosà) Su gran parte del Settentrione d’Italia (Val Padana), in Toscana ed in Sardegna i cieli vanno tuttavia pulendosi, sotto l’impulso dei venti di foehn o delle correnti di maestrale che, specie sull’Isola, si mostrano a raffiche piuttosto sostenute.
Su gran parte del Centro Italia resiste ancora un regime di severa instabilità in queste ore, con impulsi tper via dello spostamento a pendolo verso est della saccatura. Le aree di pianura e costiere, al momento interessate da rovesci temporaleschi, registrano temperature prossime ai 10 gradi, un’autentica botta invernale.
I valori fin qui rilevati nella giornata di oggi si discostano dalla media del periodo di almeno 7-8 gradi, ma la differenza negativa dalla media raggiunge le due cifre nelle zone più interessate dai fenomeni. Già questa notte è atteso un primo incremento termico in alta quota, che si consoliderà tra domani e Lunedì, con l’afflusso delle più miti correnti oceaniche. Al suolo, invece, si accentueranno temporaneamente le inversioni termiche, con gelate che, nelle prime ore di domattina, interesseranno numerosi fondovalle (specie, zone pedemontane alpine al riparo dal vento), prolungando questa grintosa breve parentesi invernale.