Il fine settimana appena trascorso ha visto il transito lungo gran parte della Penisola della modesta goccia fredda di origine iberica, ora giunta sullo Ionio ove determina ancora frequenti temporali.
Gli effetti del passaggio perturbato sono stati diversificati lungo tutto lo Stivale, con piogge mal distribuite che localmente hanno assunto carattere di forte entità. Inizialmente è stato investito il settore tirrenico fra basso Lazio e Campania, ma a seguire fenomeni intensi hanno colpito limitate zone del medio Adriatico.
L’eterogeneità così estrema del regime pluviometrico dell’ultimo periodo è da addebitare principalmente mancanza dei sistemi frontali atlantici, ancora una volta i veri assenti sullo scenario europeo delle medie-basse latitudini, e dunque anche sul Mediterraneo.
Tale anomalia si esplica nel flusso oceanico che, incapace di penetrare verso l’Europa ed il Mediterraneo, si approfondisce con frequenti ondulazioni meridiane verso sud, rilasciando nuclei depressionari autonomi vaganti che spesso e volentieri finiscono sull’area iberica, per poi muoversi in direzione del Mediterraneo, ove riescono a tenersi in vita grazie all’energia ricavata dal mare stesso ancora caldo.
Un inizio autunno in balìa quasi solo esclusivamente delle gocce fredde non può essere certo considerato normale, ma ormai non è un’eccezione di questo 2007, ma questo schema si è già presentato anche nel passato recente, assai spesso dal 2001 ad oggi.
Fra i fenomeni estremi, va annotato dunque anche quello rilevato sull’Abruzzo in questo week-end, che nella notte fra sabato e domenica ha visto nubifragi di rara violenza, con dati ufficiali censiti fino a 200 millimetri, e picchi fino a 300 millimetri (rilevazioni amatoriali) sul Teramano.
Un autentico evento alluvionale lampo, che fa seguito a quello altrettanto eccezionale che colpì l’area fra Mestre e la laguna Veneta il 26 Settembre scorso. Le forti precipitazioni rinvigoritesi in Abruzzo sono state causate dallo scontro fra aria fresca dell’est europeo in discesa lungo l’Adriatico, e l’aria più mite e fortemente instabile proveniente dal Tirreno.
Tornando all’attualità, l’isolamento della goccia fredda fra Ionio ed Egeo ha determinato temporali sui settori peninsulari meridionali ionici, e sulla Sicilia orientale. Il flusso nord/orientale attivo alle medie-basse quote ha incentivato l’addossamento di nubi sul versante orientale appenninico centrale.
Sulle restanti zone il sole è stato protagonista, con padronanza assoluta sulle regioni settentrionali, ove i valori diurni delle ore centrali del giorno che hanno raggiunto frequentemente i 22-23 gradi in pianura e sulla riviera ligure, ben sopramedia nonostante la presenza di masse d’aria leggermente fresca a medie altezze atmosferiche.
Nel frattempo, l’alta pressione ha riconquistato anche gran parte dell’Europa centro-occidentale, stante l’assenza del flusso zonale oceanico di cui detto poc’anzi.
L’occhio satellitare mostra tuttavia una debole area ciclonica in quota, in mezzo al “mare anticiclonico”, posizionata su Francia meridionale nei pressi del golfo del Leone, con relativo debolissimo minimo barico fino al suolo. Le propaggini nuvolose sterili più avanzate giungono fin su Piemonte e Val d’Aosta, ed in Sardegna
Tale zona instabile contribuirà a mantenere una leggera circolazione ciclonica sul Mediterraneo centrale ancora per i prossimi giorni, favorendo ulteriori infiltrazioni orientali, per via dell’Anticiclone che manterrà il proprio baricentro relativamente alto, con i massimi barici posizionati oltre le Alpi.
Ciò quindi non favorirà giornate del tutto soleggiate, ma anzi una lieve instabilità persisterà principalmente sulle regioni adriatiche e sul meridione, ove si farà ancora sentire l’influenza della goccia fredda quasi stazionaria sull’Egeo, ed in fase di lenta attenuazione.