L’anticiclone domina lo scenario su gran parte del Continente Europeo, mostrando una maggiore solidità a tutte le quote tra la Francia meridionale e la Penisola Iberica, ove possiamo notare un cielo quasi del tutto sgombro da nubi. Diversa la situazione sul cuore centrale dell’Europa, ove riescono a spingersi infiltrazioni più umide occidentali in quota, che poi vanno a scivolare in direzione dei Balcani, sorvolando solo marginalmente il nostro Paese.
La piccola bolla ciclonica nord-africana, legata a quella debole perturbazione transitata ieri in corrispondenza delle due Isole Maggiori, ha avuto come principale risvolto quello di esaltare condizioni di vivace instabilità a carattere termoconvettivo un po’ su tutta la Penisola. Il nucleo ciclonico è stato infatti agganciato dal transito di un leggero cavo d’onda in quota, che ha accolto al suo interno lo scivolamento di correnti leggermente più fresche settentrionali alle altezze superiori dell’atmosfera.
In questo periodo di piena estate basta davvero un nonnulla per scatenare l’aria da temporale, visto l’accumulo di calore e d’umidità nei bassi strati, risultato dell’azione di subsidenza condotta dal campo anticiclonico. Il cielo in montagna si scurisce per poche ore nelle quali si scatena un acquazzone e poi il cielo torna sereno. Questi fenomeni possono essere localmente intensi o accompagnati da grandine, come accaduto nella giornata di ieri non solo a ridosso dei rilievi, ma anche in corrispondenza di aree densamente popolate (fra tutte diverse località dell’Umbria) ove la pioggia forte fa inevitabilmente più notizia.
Questi episodi temporaleschi in genere tendono a dissolversi sul far della sera, quando il contributo del calore diurno viene a cessare, facendo mancare il sostentamento necessario a tenere in vita il cumulonembo. Tuttavia, questa mattina un forte temporale ha colpito una zona compresa fra l’Alto Adriatico e la pianura veneto-friulana: il sistema temporalesco in questione è stato favorito dagli spifferi d’aria fresca in quota, associate a quel flebile cavo d’onda che ha agganciato la goccia fredda sullo Ionio. L’alimentazione caldo-umida delle acque dell’Alto Adriatico ha ulteriormente alimentato la struttura convettiva.
L’alta pressione atlantica appare tuttavia dotata di notevole vitalità ed è pronta a limitare questi tentativi di disturbo. In primo luogo, va sottolineato il movimento verso i Balcani della modesta onda ciclonica ed il conseguente maggior spazio per l’anticiclone d’estendere, con una maggiore spinta, la propria azione protettiva verso il bacino centro-occidentale del Mediterraneo.
Rispetto a quanto visto ieri, lo scenario odierno ci propone un’attività temporalesca pomeridiana dai toni decisamente più attenuati. Le zone più colpite dalle formazioni temporalesche sono quelle della dorsale appenninica centro-meridionale, ma anche la Puglia, in quanto si tratta della regione che si trova più vicina all’area instabile posizionata sui Balcani. Nelle prossime ore l’instabilità temporalesca si accenderà anche lungo l’Arco Alpino, ma l’espansione più concreta dell’alta pressione sta preparando un Ferragosto all’insegna di tanto sole, ponendo verso un ruolo ancor più marginale e localizzato la genesi dell’instabilità diurna termoconvettiva sulle principali catene montuose di Alpi ed Appennino.