Una vasta area depressionaria, alimentata da aria fredda in quota, porta condizioni meteo piuttosto instabili sulla Penisola Scandinava. Questa profonda struttura di bassa pressione, supportata da altri minimi ciclonici presenti più ad ovest in prossimità dell’Islanda, convoglia un flusso di correnti fresche oceaniche verso le Isole Britanniche e su parte dell’Europa Centro-Orientale.
Si tratta di un flusso oceanico molto vivo e parzialmente ondulato, che trasporta diversi sistemi perturbati fino alle soglie del Mar Nero e della Russia Europea. Il treno di sistemi frontali, rappresentati nell’immagine satellitare, evidenzia la fascia di confluenza lungo la quale vengono in contatto le masse d’aria fresche oceaniche con quelle più miti e secche legate al dominio anticiclonico oceanico, il quale ha esteso la propria azione sul Mediterraneo Centrale.
La protezione del campo di alta pressione non è ancora così forte sul nostro Paese, in quanto siamo interessati dal bordo orientale della configurazione anticiclonica e non a caso hanno modo di formarsi diverse cellule temporalesche nelle ore più calde della giornata. Come mai questi temporali così vivaci? In primo luogo, non dobbiamo sottovalutare come quel debole ammasso nuvoloso nord-africano, da giorni intrappolato sul Mediterraneo Occidentale, si è mosso verso levante raggiungendo i bacini circostanti le due Isole Maggiori.
Nella scorsa notte alcune celle temporalesche si sono formate sul Canale di Sardegna e successivamente messe in moto verso le coste meridionali dell’Isola, tuttavia senza riuscire a dar luogo a fenomeni di rilievo sulle zone di terraferma. In queste ultime ore la perturbazione si è ulteriormente indebolita, spostandosi in prossimità della Sicilia con la sua nuvolaglia medio-alta. Tutto il sistema nuvoloso è ancora supportato da una leggera ansa ciclonica che, entrando più diretta sui bacini insulari, ha creato i presupposti per un lieve indebolimento della configurazione ciclonica in quota su buona parte del territorio nazionale, unito ad aria leggermente più fresca in quota. Questo ha dato un’innegabile contributo, pur indiretto, alla vivace attività temporalesca odierna.
I temporali, nel corso di queste ore pomeridiane, hanno preso vita su molte zone interne della Penisola, in particolare a ridosso delle principali pendici montuose. Naturalmente si tratta di episodi temporaleschi che, sfruttando il debolissimo regime d’instabile, sono comunque in gran parte dovuti all’ingente accumulo di calore diurno che ha esaltato i moti verticali. Le zone più colpite sono quelle della dorsale appenninica e le Alpi Cuneesi, molto meno per il momento la restante catena alpina, ove tuttavia l’attività temporalesca è solo ritardata, ma non mancherà di mostrare i propri effetti nel corso delle ore serali.
Il soleggiamento diurno, unito all’azione di compressione dell’alta pressione, ha portato peraltro una forte salita dei termometri, che non hanno avuto difficoltà a raggiungere punte di 35 gradi sulle zone interne di Lazio e Toscana, anche in vicinanza di zone laddove ora sono scoppiati focolai temporaleschi. Le attuali insidie instabili tenderanno a smorzarsi notevolmente nel fine settimana, in quanto il promontorio anticiclonico estenderà con più convinzione la propria ala protettrice verso tutte le nostre regioni e solo le Alpi potranno essere interessate da condizioni parzialmente favorevoli allo sviluppo di qualche temporale di una certa consistenza.